L’ennesima tragedia. Sempre uguale. Ma nulla cambia: un duro scontro militare con i talebani nella provincia orientale afghana di Kunar, al confine con il Pakistan, si è trasformato in una tragedia quando bombe
sganciate da velivoli della Forza internazionale di assistenza
alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) hanno fatto crollare
alcune case di un villaggio del distretto di Shigal,
uccidendo undici bambini e due donne. Anzi, il bilancio potrebbe essere ancora più grave.
Secondo l’agenzia di stampa Afghan Islamic Press (Aip),
basata a Peshawar in Pakistan, le donne morte sarebbero almeno
sei, anche se nessuno ne ha veduto i cadaveri che, prescrive la
tradizione islamica, non possono essere ostentati in pubblico.
Si è trattato dell’ennesimo episodio destinato a tendere
ulteriormente le relazioni fra il presidente Hamid Karzai e i
vertici dell’Isaf che, pur assicurando di voler fare grande
attenzione alla preservazione della vita dei civili nel
conflitto, continuano però a commettere incredibili errori.
L’operazione sul terreno e l’appoggio aereo nello scontro di
forze di sicurezza afghane e internazionali con gli insorti al
confine con il Pakistan sono stati confermati dall’Isaf che
però, per quanto riguarda le vittime civili, è rimasta nel
vago.