4 marzo. Era venerdì, è lunedì. Otto anni, un’eternità per un incubo, troppo poco per pensare al domani. Il buio infinito, poi un lampo squarcia la notte e tutto è finito. Il lungo silenzio, di giorni e notti, poi il fragore degli spari, l’esplodere dei vetri, li senti ancora, come le schegge conficcate nella tua carne. È finita. No, è solo l’inizio. Era ieri, tanto tempo fa. Per me è ancora oggi.
Per Nicola Calipari
4 marzo. Era venerdì, è lunedì. Otto anni, un’eternità per un incubo, troppo poco per pensare al domani. Il buio infinito, poi un lampo squarcia la notte e tutto è finito.
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6 Marzo 2013 - 13.02
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