Coalizione Pd-Pdl? La rete inorridisce
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Coalizione Pd-Pdl? La rete inorridisce

Berlusconi apre la porta al Pd. La pagina Fb di Bersani invasa dai commenti: "No, col Pdl no!". Il segretario muto fino alle 17. Vendola: ha vinto Grillo. [Cinzia Gubbini]

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26 Febbraio 2013 - 14.38


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di Cinzia Gubbini

Incredibile ma vero una ipotetica alleanza Pd-Pdl è argomento all’ordine del giorno. Ad aprire la porta Silvio Berlusconi, che intanto ha reso la situazione di completo caos uscita dalle urne di ieri se possibile ancora più ingovernabile chiedendo un “riconteggio”. Mentre si aspetta di capire cosa risponderà a questa richiesta il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, il leader del Pdl ha detto la sua sull’immediato futuro: “Il paese ha bisogno di un governo, è necessario fare una riflessione insieme alla coalizione di maggioranza”.

Fantascienza? Da ieri tutto è possibile. E così potrebbe accadere che l’unico messaggio chiaro uscito dalla campagna elettorale del Pd – votateci per chiudere definitivamente con il berlusconismo – potrebbe scomparire come neve al sole e portare a una inedita alleanza tra Bersani e Berlusconi. Bersani dal canto suo non ha (incredibilmente) ancora rilasciato una dichiarazione “dal vivo”, e ha convocato una conferenza stampa addirittura per le 17 di questa sera. Ma il messaggio lasciato sulla pagina ufficiale di Facebook e Twitter dice: “Il centrosinistra ha vinto alla Camera e per numero di voti anche al Senato. E’ evidente che si apre una situazione delicatissima per il Paese. Gestiremo le responsabilità che queste elezioni ci hanno dato nell’interesse dell’Italia”. Che vorrà dire? Cosa significa “responsabilità” in questo momento?

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Di sicuro molti elettori del Pd hanno interpretato il commento di Bersani come una possibile apertura a “chiunque”, in nome della stabilità, e dunque potenzialmente anche all’acerrimo nemico Silvio Berlusconi. Lo status è già a 5 mila commenti: “Alleanza col Pdl?!? Siete alla frutta!!!”, “A questo punto visti i risultati l’unica possibilità per poter governare il paese con abbastanza tranquillità è l’alleanza con il MCS di Beppe Grillo, assolutamente da EVITARE è l’alleanza con il pdl. Speriamo in bene”, due commenti pescati a caso. Molti anche quelli che accusano il partito di non essersi voluto rinnovare facendo fuori Matteo Renzi, e quelli che chiedono “ma Bersani sta bene? Ci stiamo preoccupando”, ironizzando sul fatto che il segretario del Pd non ha ancora rilasciato una dichiarazione.

Chiaro che Bersani deve fare anche i conti con il capo dello Stato Napolitano. Il quale, anche se non ha ancora parlato ufficialmente, fedele al suo comportamento fino a oggi non ha alcuna intenzione di rimettere le decisioni alle urne e vuole invece seguire pedissequmente il dettato costituzionale, affidando comunque al partito “di maggioranza” la responsabilità di formare un governo. Ma cosa diranno i Cinque Stelle quando saliranno al Colle? Loro, come hanno sempre sostenuto, continuano a dichiarare di voler essere all’opposizione ma allo stesso tempo di essere disponibili a approvare le riforme necessarie al paese. Il Movimento 5 Stelle è comunque intrinsecamente istituzionale e non ha nel proprio dna gli elementi della sovversione. Probabile che spiegherà al capo dello Stato di essere aperto a possibili alleanze su temi concreti, e che questo possa essere sufficiente per Napolitano. Resta il fatto che al Senato la situazione sarebbe comunque precaria, perché anche in una eventuale – e tutta da verificare – alleanza Pd-Sel-Grillo i seggi sono comunque pochini: 174 contro i 117 di Berlusconi. E il Caimano a tenere in mano le redini della “Camera alta”. D’altronde il procellum è stato fatto per questo.

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Intanto Sinistra Ecologia e Libertà, uscita sconfitta alle urne e particolarmente massacrata a livello regionale, sembra aprire la porta a Grillo, anche se non troppo esplicitamente. “Tutti ci dicevano di guardare Monti. Monti è uno sconfitto. Il Movimento 5 Stelle è il vero vincitore delle elezioni.
Non basteranno alleanze posticce”, scrive Nichi Vendola sul suo status di Facebook. Anche qui ondata di commenti: da chi dice che deve dimettersi a chi – molto numerosi – chiede di portare in parlamento alcune istanze dei “grillini” – prima tra tutti il “no” ai vitalizi – votarle insieme a loro, e poi tornare alle urne.

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