La storia della salma del boss errante per la Russia
Top

La storia della salma del boss errante per la Russia

L'incredibile viaggio della bara coi resti di "nonno Hassan", boss della mafia russa. Eliminato dalla "Cupola", seppellito a Mosca. Si teme la vendetta dei suoi. [Maria Magarik]

La storia della salma del boss errante per la Russia
Preroll

Maria Magarik Modifica articolo

20 Gennaio 2013 - 14.31


ATF
di Maria Magarik

E’ una storia passata quasi inosservata in Occidente, ma così simbolica e curiosa da meritare d’essere raccontata. Possiamo titolarla “La storia della salma errante”. La salma è quella di uno dei più potenti boss della mafia russa, soprannominato “nonno Hassan”, ucciso da un cecchino tre giorni fa a Mosca.

Aslan Usoian, così si chiamava realmente il “kriminal’nyi avtoritet”, (un uomo di spicco della criminalità organizzata, un boss – ndr), era curdo. Nato in Georgia, aveva la famiglia in Ucraina e “lavorava” a Mosca. La geografia del boss – ironizzano gli analisti – è immensa quanto l’ex URSS, scomparsa dalle mappe geografiche, ma ancora unita per la potente mafia russa.

“Nonno Hassan” è stato ammazzato su decisione unanime delle famiglie mafiose. Decisione presa durante l’ultimo vertice del vertice mafioso russo, summit tenuto a Dubai. Eliminato perché colpevole di aver allargato oltre il consentito le proprie sfere di influenza. Pianto e commemorato dalla sua “famiglia” con una cerimonia degna di quella dei mitici anni di Lucky Luciano.

Leggi anche:  "Important Stories" scopre un diserzione di massa tra i soldati russi

Cerimonia blindata, tenuta a vista dalla polizia moscovita. Alla fine, la bara coi resti di”nonno Hassan” è stato caricato su un aereo e spedito a Donetsk, in Ucraina orientale, dove abita la sua famiglia, quella anagrafica. Ma, cosa è accaduto? E’ accaduto che i familiari di Usoian non si sono rivelati molto entusiasti del ritorno dell’illustre congiunto, decidendo di spedire la salma a Tbilisi, capitale della Georgia, città che aveva dato i natali a “nonno Hassan”.

Così la salma del boss è stata caricata nuovamente su un aereo. Ma l’avventura della salma di “nonno Hassan”, non è finita. Entrando nello spazio aereo georgiano, il pilota chiede alla torre di controllo di atterrare, ma il permesso viene negato dalle autorità georgiane. Anche a Tbilisi, città dove, tra i vicoli stretti del centro, era cominciata sessant’anni fa la brillante carriera del boss, allora soltanto un giovanissimo borseggiatore, quell’arrivo non garba. A Tiblisi il giovane “Hassan” era passato in pochissimo tempo dal borseggio al racket delle fabbriche e dei negozi clandestini, un “giro”fiorente dell’ ex repubblica sovietica, e “nonno Hassan” pesta i piedi a chi sta più in alto di lui. A Tiblisi c’è chi non dimentica. E’il ministro degli Interni georgiano in persona a negare il permesso all’atterraggio dell’aereo.
L’aereo continua a volare su Tiblisi, comincia una lunga, incredibile, e nervosa trattativa tra i fedelissimi del padrino, a bordo dell’ aereo, e il ministro degli Interni. Alla fine, si decide di chiamare “la base”, cioè Mosca.

Leggi anche:  Il Cremlino dice che è 'inaccettabile' congelare adesso la guerra con l'Ucraina

Nella capitale russa Usoian, “nonno Hassan”, si era sempre sentito libero: amava pranzare liberamente e con grande disinvoltura nei ristoranti alla moda. Ed è a Mosca, che, alla fine della corsa, “nonno Hassan” atterra. E’ a Mosca che sarà seppellito con tutti gli onori della sua”famiglia”. Seppellito “il nonno”, per gli esperti, a Mosca si apre una nuova fase della guerra tra le cosche della potente mafia russa. Una guerra senza esclusioni di colpi.

Native

Articoli correlati