Ahmed Jaabari era il capo militare di Hamas – guidava le brigate Al Qassam – la fazione islamica che governa la striscia di Gaza e che ha una rilevanza politica molto importante anche in Palestina. Da parecchio tempo era nella lista nera d’Israele e oggi sono riusciti a ucciderlo con uno dei loro “raid mirati”: la macchina su cui viaggiavano è stata fatta esplodere. Nell’attentato è morto anche il suo braccio destro Raed Attar. Ma in realtà il bilancio si è subito aggravato: per ora la stima è di sei morti e 20 feriti. Quindi “operazione chiurgica” – come dice in un comunicato Israele fino a un certo punto – in realtà.
Israele ha rivendicato il gesto, ricordando “la lunga attività terroristica” di Jabari. ”Ahmed Jabari, il capo del
braccio armato di Hamas (Brigate Ezzedin al-Qassam, ndr), era
stato direttamente responsabile negli ultimi anni della
esecuzione di attacchi terroristici contro lo Stato di
Israele” – ha detto il portavoce militare
israeliano -Lo scopo di questa operazione – si legge ancora nella nota
– era colpire in maniera significativa la catena di comando
della leadership di Hamas e della sua infrastruttura
terroristica”. ”Si è trattato di un’azione ‘chirurgica’ ”
sostiene il portavoce israeliano, secondo il quale il raid non
ha colpito ”persone innocenti”.
Da giorni un nuovo attacco di Israele – dopo quello terribile di Piombo Fuso di tre anni fa – era nell’aria. Il premier israeliano Netanyahu aveva fatto sapere “se qualcuno pensa di attentare alla vita degli israeliani del sud senza pagarne il prezzo si sbaglia”. Quella di oggi contro Jabaari, ha detto il portavoce militare di Israele “è la prima azione di una serie che ha intenzione di colpire le organizzazioni terroristiche palestinesi”.
Israele non ha mai riconosciuto Hamas come una forza politica, nonostante sia un partito che si presenta alle elezioni, e l’ha sempre considerata una celleula terroristica. Ora, a quanto pare, la decisione di aprire una nuova offensiva, nonostante la Striscia di Gaza sia sotto strettissimo controllo israeliano in tutti i suoi confini. In un nota le brigate al Qassam scrivono: “Si sono aperte le porte dell’inferno”.