Turchia, detenuti in lotta per Apo Ocalan

La ferocia del governo di Ankara contro le organizzazioni kurde che sostengono lo sciopero della fame nelle carceri giunto al 58° giorno [Aldo Rotolo]

Turchia, detenuti in lotta per Apo Ocalan
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8 Novembre 2012 - 00.18


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di Aldo Rotolo

La polizia antisommossa turca ha attaccato un meeting organizzato dal Partito per la Pace e la Democrazia (BDP) ad Istanbul in sostegno ai detenuti Kurdi in sciopero della fame nelle carceri turche nel 54° giorno della protesta. E’ successo il 4 novembre. Una gran folla si era riunita ad Aksaray, tra i partecipanti anche numerosi deputati del BDP tra cui Aysel Tuğluk e Sebahat Tuncel ed il cantante ed ex candidato del BDP Ferhat Tunc. La polizia ha attaccato lanciando gas lacrimogeni e manganellando i partecipanti.

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Tre persone sono state arrestate; molte altre sono state aggredite con getti dエacqua ad alta pressione e gas urticante. La polizia ha negato il permesso di effettuare il comunicato sullo sciopero della fame in corso. Il BDP aveva anche organizzato una conferenza stampa nell’edificio del partito a Beyoğlu alle 14.30 ma anche questa volta la polizia ne ha impedito lo svolgimento.

Perchè tutta questa violenza della polizia turca? Perchè la Questione Kurda sta arrivando ad un punto critico da quando il 12 settembre di quest’anno – 32° anniversario del golpe militare – un migliaio di detenuti politici kurdi si è messo in sciopero della fame in oltre 60 carceri turche. Tra loro deputati, sindacalisti, giornalisti, artisti e intellettuali di entrambi i sessi e di diverse organizzazioni politiche che vanno dal PKK – Partito del Lavoro del Kurdistan, al PAJK – Partito della Liberazione delle Donne del Kurdistan, al BPD – Partito per la Pace e la Dempcrazia.

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C’è persino un ragazzo di 17 anni H.D. rinchiuso nel carcere minorile di Sakran ad Đzmir che ha aderito allo sciopero della fame e dice così in questa lettera: “Sono nato nel 1995, nel villaggio di Karagu, nel distretto di Mazıdağı, Mardin. In seguito al mio arresto avvenuto nel distretto di Kızıltepe 18 mesi fa, sono stato trasferito dal carcere di tipo E di Mardin al carcere minorile chiuso di Smirne lo scorso luglio. Aderisco allo sciopero della fame in favore della fine della politica di isolamento contro il leader Ocalan e in favore dell’eliminazione di tutti gli ostacoli all’uso della lingua madre. Noi, i figli della tradizione della resistenza del carcere di Amed e compagni di coloro che hanno sconfitto il fascismo militare del 12 Settembre 1980, sconfiggeremo allo stesso modo il fascismo verde dell’AKP e non rinunceremo alla nostra azione, costi quel che costi. Siamo i figli di coloro che amano la vita fino alla morte”.

Il 30 ottobre ci sono state grandi manifestazioni in solidarietà con i detenuti in sciopero della fame in molte città tra cui Dyarbakir, dove tutti i negozi hanno abbassato le saracinesche, e persino a Istanbul numerose persone si sono radunate ad Okmeydanı e la polizia ha sentito il bisogno dicircondare la zona con panzer e veicoli antisommossa. Parlamentari irlandesi del Sinn Fein, deputati del Partito della Sinistra svedese e del Partito Democratico Usa e addirittura la La Commissione UE per l’Allargamento e le Politiche di Vicinato sono preoccupati per lo sciopero della fame e hanno preso posizione. Cosa si aspetta a muoversi in Italia? Se il governo e il parlamento non ne fossero stati a conoscenza, proprio ieri una delegazione di rifugiati politici kurdi, nel corso di un presidio davanti alla Camera dei Deputati è stata ricevuta da Pietro Marcenaro e Furio Colombo, presidenti del Comitato per i Diritti Umani del Senato e della Camera
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