Mancano cinque giorni al voto, e Obama torna a fare campagna elettorale. E arruola anche Sergio Marchionne in uno spot da titolo eloquente: «Romney Style: How to Destroy You Campaign’s Credibility in Five Easy Steps». Ovvero: «Come annullare la credibilità della propria campagna elettorale in cinque semplici passi. In pure “style Romney”»). L’ad di Fiat-Chrysler è il testimonial d’eccezione e appare per circa nove secondi.
Il video ha l’obiettivo di evidenziare e smascherare le bugie del repubblicano che, venerdì, per ottenere consensi nel decisivo Ohio, aveva detto che la Jeep (gruppo Chrysler), aveva deciso di trasferire tutta la sua produzione da Toledo (Ohio) alla Cina. In uno spot aveva poi rincarato la dose, parlando di Chrysler come di un’azienda «venduta agli italiani». Dichiarazioni del tutto false. La replica dell’ad del Lingotto infatti è arrivata immediata.
Attraverso un’email inviata ai dipendenti del gruppo, Marchionne ha chiarito la posizione del gruppo. L’azienda «non sarà mai trasferita in Cina e insinuare qualcosa di diverso è sbagliato», aveva scritto. Intervistato poi dal Corriere, il manager non aveva nascosto il suo imbarazzo per essere stato tirato in causa nella campagna elettorale di Romney: «Un autogol, credo. Qui mi chiamano “l’americano”, là mi ha dato fastidio quello sprezzante “Italians” con cui Romney ha bollato la Fiat. Non è piaciuto a me e, credo, a nessun altro italiano».