Medvedev: le Pussy Riot non dovrebbero essere in galera

A sorpresa, il premier russo contro la decisione dei giudici che hanno incarcerato le ragazze del gruppo punk per una canzone anti-Putin nella chiesa ortodossa.

Medvedev: le Pussy Riot non dovrebbero essere in galera
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2 Novembre 2012 - 12.31


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Le Pussy Riot, le ragazze componenti di un gruppo punk, condannate a due anni di prigione, per aver commesso atti di teppismo in una chiesa ortodossa a Mosca, cantando anche slogan contro il prosidente russo, Vladimir Putin, non dovrebbero essere in carcere. Lo ha detto, a sorpresa, il primo ministro russo, Dimitri Medvedev. «Io non le avrei messe in galera se fossi stato un giudice – ha dichiarato Medvedev -. Semplicemente non ritengo giusto che scontino pene detentive. Sono già state in prigione abbastanza a lungo».

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Intanto Katia Samutsevitch, una delle componenti delle Pussy Riot, liberata in secondo grado il mese scorso, ha chiesto formalmente a uno dei legali delle compagne rimaste in carcere di rinunciare a sfruttare il nome del gruppo a scopo di lucro.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Kommersant, una società che fa capo alla moglie dell’avvocato Mark Feighin, Natalia Kharitinova, sta aspettando la registrazione del marchio commerciale “Pussy Riot” per dare il via a un merchandising ufficiale fatto di articoli di abbigliamento, gadget, giochi e video. Cosa che per Samutsevich va contro i principi del gruppo, i quali non prevedono attivita’ commerciali. Kharitinova, inoltre, avrebbe già firmato un contratto con una compagnia di produzione britannica per girare un documentario sulle ragazze, per il quale è stato pagato un ‘acconto’ di 30.000 sterline.

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