Con le elezioni presidenziali alle porte, l’amministrazione di Washington lavora per assicurarsi il sostegno israeliano e quindi i voti degli ebrei americani. Ieri il Segretario al Tesoro statunitense, Timothy Geithner, e il direttore generale del Ministero delle Finanze israeliano, Doron Cohen, hanno firmato un accordo che estende di altri quattro anni le garanzie sui prestiti concessi a Tel Aviv.
Quattro miliardi di dollari di garanzie da qui al 2016. Secondo quanto previsto dall’accordo, firmato ieri a Washington, gli Stati Uniti continueranno a fornire garanzie sui prestiti israeliani per non mettere in pericolo la stabilità finanziaria di Tel Aviv. La consistente somma si va ad aggiungere ai nove miliardi di garanzie offerti nel 2003 e, al di là del suo valore, permetterà a Tel Aviv di ottenere rate più favorevoli nel mercato finanziario internazionale.
“L’accordo attesta la speciale relazione economica tra Israele e gli Stati Uniti – ha commentato il Segretario al Tesoro Geithner – Accolgo con piacere la crescente cooperazione tra i due Paesi, specialmente tra i dipartimenti del Tesoro”.
Contraria la Banca d’Israele. Il suo governatore, Stanley Fischer, ha definito l’accordo “insano” per uno “Stato che è orgoglioso della sua sovranità ma che si rivolge all’esterno ogni volta che ha un problema”. Ma la cooperazione non si limita al campo finanziario.Ieri Stati Uniti e Israele hanno simulato lanci di missili nel Sud del Paese nella loro più vasta operazione militare congiunta, come l’ha definita il Pentagono.
L’operazione, chiamata Austere Challenge 2012, durerà tre settimane. Era stata pianificata per la scorsa primavera, ma arriva in un periodo particolare: da una parte le minacce belliche di Israele contro l’Iran, dall’altra le elezioni presidenziali americane. E infatti Obama ne ha approfittato per parlarne nell’ultimo dibattito di martedì scorso con lo sfidante repubblicano Romney.
Nell’operazione saranno impiegati mille soldati statunitensi e mille israeliani, a cui si aggiungono altri 2500 militari americani di stanza nel Mediterraneo. Per venti giorni le coste e il Sud d’Israele saranno teatro di esercitazioni e attacchi simulati con missili sparati contro obiettivi in terra e acqua, nonché di simulazioni di attacchi con armi chimiche. Israele ne approfitterà per testare di nuovo il sistema di difesa antimissilistico Iron Dome, già provato contro la Striscia di Gaza.
I costi sono stratosferici: 38 milioni di dollari, 30 dei quali arriveranno dalle casse di Washington. Ma per l’amministrazione americana, forse, il gioco vale la candela e la rielezione di Obama alla Casa Bianca.