I miliziani di Hezbollah hanno rapito a Beirut un giornalista libanese di origini palestinesi e collaboratore della rivista americana Time. L’uomo è stato poi consegnato alla polizia militare libanese. Lo riferiscono stamani i quotidiani libanesi riportando una denuncia dell’Associazione per la protezione dei giornalisti. La scomparsa di Rami Aysha, traduttore e giornalista per diverse testate straniere, risale ai primi di settembre ma ne è stata data notizia solo nelle ultime ore.
Secondo il Time, Aysha è stato prelevato sotto la minaccia delle armi da uomini di Hezbollah nella periferia sud di Beirut, tradizionale roccaforte del movimento sciita. Al momento della scomparsa Aysha era a bordo di un’auto con altre due persone. Secondo la Tv di Hezbollah, al Manar, il giornalista era assieme a un sottufficiale libanese, Wissam Abdel Khaleq, e del cugino del militare accusati di contrabbando di armi verso la vicina Siria. Al Manar riferisce dell’arresto dei tre da parte della polizia militare senza citare il ruolo svolto dagli uomini armati di Hezbollah.
Fa sapere l’avvocato di Aysha citato dal sito online di Time, che il giornalista e gli altri due sequestrati sono stati picchiati duramente prima di essere consegnati alla polizia militare. Una settimana fa Aysha è stato trasferito al carcere di Qubbe, a Tripoli, nel nord del Paese, con limitate possibilità di incontrare la famiglia e rinchiuso in una sovraffollata cella con criminali comuni. Sempre l’avvocato di Aysha afferma che finora il giudice si è rifiutato di scarcerare su cauzione il giornalista e di rendere nota l’accusa ”fino alla fine dell’inchiesta”. Secondo le leggi libanesi, una persona puo? rimanere in stato di fermo senza conoscere i motivi della sua detenzione fino a due mesi.