Le relazioni tra Stai Uniti ed Egitto si stanno facendo tese. E il caos regna sovrano a Washington, che non sa come uscire dall’imbarazzo per le dichiarazioni del presidente Obama, che ieri aveva definito il Cairo “né un nemico, né un alleato”. Un cambio di orientamento dell’amministrazione americana bei confronti dell’Egitto, dopo che Mohammed Morsi sta assumendo sempre più potere nel suo paese? Fatto sta che il Cairo non ha gradito quanto affermato da Obama e il portavoce della Casa Bianca ha dovuto arrampicarsi sugli specchi per spiegare le parole del presidente.
Formalmente il presidente, in termini legali e diplomatici, è stato corretto”, dal momento che, “non abbiamo né un trattato di alleanza né uno di difesa comune con l’Egitto, come abbiamo, per esempio, con gli alleati della Nato”, ha dichiarato Jay Carney, cercando di intepretare nella maniera più diplomatica possibile le dichiarazioni di Obama. Ma allora che fine fanno tutti gli altri rapporti diplomatici, ad esempio quelli con Israele o l’Arabia Saudita, che allo stesso modo dell’Egitto non fanno parte dell’Alleanza Atlantica? E il dipartimento di stato americano è caduto nell’imbarazzo più totale, prima contraddicendo il presidente nell’affermare che l’Rgitto “resta un alleato”. Poi nel mutismo più assoluto quando la portavoce Victoria Nuland è stata incalzata dai giornalisti. “Non è mio compito analizzare le parole del presidente”, ha dichiarato.
E intanto il presidente egiziano Mohammed Morsi ha richiamato la popolazione alla calma, dopo gli scontri davanti all’ambasciata Usa al Cairo, durante i quali sono state ferite 224 persone. Morsi ha ribadito che nessuno può insultare l’Islam e Maometto, ma ha ricordato che l’Egitto è un paese ospitale e come tale deve comportarsi, deplorando gli attacchi alle sedi diplomatiche straniere, come è avvenuto al Cairo, ma anche in Libia. “Chiedo a tutti di rispettare e non violare la legge egiziana, di non assaltare ambasciate”, ha detto Morsi. E poi ha aggiunto: “Condanniamo ciò che è accaduto a Bengasi” perché “sappiamo che uccidere persone innocenti è contrario all’Islam. Garantiamo il diritto di manifestare e di esprimere opinioni, ma senza attaccare proprietà pubbliche o private, missioni diplomatiche o ambasciate”.
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