L'Iran censura l'Egitto per salvare la Siria
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L'Iran censura l'Egitto per salvare la Siria

Censura in diretta a Teheran del presidente egiziano Morsi che attacca la Siria. L'esaltazione della rivolta a Damasco diventa la lotta del popolo palestinese. [Francesca Marretta]<br>

L'Iran censura l'Egitto per salvare la Siria
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1 Settembre 2012 - 16.38


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da Londra

Francesca Marretta

Censura creativa, e in diretta. L’Iran ha mandato in onda alla radio e alla televisione una traduzione manipolata del discorso tenuto giovedì dal Presidente egiziano Mohammed Morsi, in occasione del summit dei paesi non allineati svoltosi a Teheran. Come tutto il mondo sa, durante lo storico discorso, Morsi si è scagliato contro il regime di Damasco, tanto che, quando durante il suo intervento i delegati siriani hanno abbandonato l’aula in cui sedevano i rappresentanti di 120 paesi. Il pubblico iraniano ha però capito quello che ha detto Morsi solo da Internet, in differita. Ma cosa ha detto il presidente egiziano di tanto forte? Domanda necessaria visto che in Italia non è mai stata diffusa la traduzione esatta.

“Primavera araba” è stato tradotto con “risveglio islamico”, e i riferimenti alla rivolta in Siria sono stati confusi con il Bahrain e la lotta del popolo palestinese. Ecco un passaggio della traduzione simultanea sui media di Stato iraniani delle parole del Fratello Musulmano Morsi: “La nostra solidarietà con la lotta della Palestina, con i nostri figli che lottano contro un regime illegittimo che ha perso ogni legittimazione, è un dovere morale”. Parole esatte del Presidente egiziano: “La nostra solidarietà alla lotta dei siriani contro un regime oppressivo che ha perso legittimità, è un dovere etico e una necessità politica e strategica”.

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In simultanea il regime di Teheran metteva in bocca a Morsi la condanna del governo del Bahrain per l’oppressione delle rivolte di studenti “che lottano per la giustizia”. Ma il Presidente egiziano si riferiva alla sollevazione dell’opposizione siriana. L’intervento orwelliano realizzato in tempo reale non ha potuto tener conto dell’improbabilità della traduzione. Il governo sunnita del Bahrein, alleato di ferro dei sauditi (che hanno mandato truppe per sopprimere manifestazioni pacifiche), usa il pugno di ferro contro una maggioranza sciita sostenuta dall’Iran. Per quanto paladino di quella Primavera araba che lo ha portato al potere, Morsi si guarda bene dal sostenere rivoluzioni che non lo riguardano.

Quanto alla traduzione taroccata, il Presidente egiziano non se la prenda. Anche al segretario generale della Nazioni unite a Ban Ki-moon il Canale Uno della televisione iraniana ha fatto dire fischi per fiaschi. I geni della comunicazione della Repubblica islamica direbbero che questa è una prova dell’assenza di discriminazione e razzismo in Iran.

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