Moshe come Mohammed che innescò la primavera araba
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Moshe come Mohammed che innescò la primavera araba

Moshe Silman ha seguito le orme del tunisino Mohammed Bouazizi che immolandosi aprì la strada alla rivolta contro Ben Ali e alla «primavera araba».

foto Afp
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15 Luglio 2012 - 18.27


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Ha fatto clamore in Israele il gesto di Moshe Silman[/b], un 57enne di Haifa, che ieri sera si è dato fuoco durante la manifestazione a Tel Aviv per l’anniversario della protesta sociale di Viale Rothschild contro il carovita e le ineguaglianze sociali. Silman l’uomo è stato ricoverato in ospedale in condizioni gravissime, con ustioni sul 90 per cento del corpo.

L’uomo ha letto una lettera e poi si è dato fuoco. «Lo Stato di Israele mi ha derubato e mi ha lasciato senza niente», sono alcune delle frasi pronunciate da Silman, che accusa il governo liberista di Benyamin Netanyahu di averlo ridotto in condizioni di massima indigenza. Ha anche denunciato l’indifferenza della previdenza sociale: «Accuso lo Stato di Israele, accuso Netanyahu e (Yuval) Steinitz (il ministro delle finanze), quelle carogne, per le umiliazioni inflitte ogni giorno agli strati sociali indeboliti… prendono dai poveri per dare ai ricchi».

Il gesto «era nell’aria» perché nei prossimi giorni Silman rischiava di trovarsi per strada, non essendo più in grado di mantenersi, avendo un reddito di appena 2700 shekel (meno di 600 euro al mese). In seguito all’accaduto i manifestanti, circa 10mila, hanno scandito gli slogan del movimento della scorsa estate, «Il popolo chiede giustizia sociale», e hanno chiesto le dimissioni di Netanyahu.

Leggi anche:  Quando l'opposizione sostiene la guerra, Israele non ha alternative a Netanyahu

Il gesto di Silman ricorda quello di Mohammed Bouazizi, il giovane tunisino che si diede fuoco nel dicembre del 2010 e spirò alcuni giorni dopo dando inizio alle proteste contro il regime del dittatore Ben Ali e alla «primavera araba».

Non pochi però dubitano che l’atto di Silman riesca ad innescare una reazione contro Netanyahu simile a quelle viste nel mondo arabo. Il movimento israeliano, noto anche come J14, pur avendo portato in strada centinaia di migliaia di persone, non è stato capace di dare il via ad una rivolta sociale a tutti gli effetti contro il governo. Il primo ministro, dopo aver fatto concessioni minime, è stato poi abile a riportare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla politica estera, a cominciare da un possibile attacco israeliano alle centrali atomiche iraniane. Allo stesso tempo i leader del J14 si sono dimostrati incapaci di guidare il movimento verso il raggiungimento degli obiettivi dichiarati in partenza.

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