I marò vanno giudicati in Italia
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I marò vanno giudicati in Italia

Lo ha ribadito il sottosegretario agli <br>Esteri, Staffan de Mistura, che si sta occupando dei due <br>militari italiani in India.

I marò vanno giudicati in Italia
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10 Luglio 2012 - 12.10


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“Per noi i due marò vanno giudicati
a casa nostra e non in India”. E’ quanto ha detto il sottosegretario agli
Esteri, Staffan de Mistura, che si sta occupando dei due
militari italiani in India. “Vogliamo giudicarli qua
perché i militari hanno l’immunità di servizio. Giudicarli nel paese
asiatico sarebbe un precedente deleterio anche per la stessa India che
ha tantissimi militari nel mondo”.

De Mistura ha
ricordato la strategia seguita dalla diplomazia italiana che si è
svolta in tre fasi: “All’inizio una de-drammatizzazione delle accuse
che portavano a 43 anni di carcere”, quindi la fase attuale “in cui
stiamo cercando di rendere la vita dei nostri due marò il meno
sgradevole possibile”.

Il sottosegretario ha sottolineato l’importanza che i due
soldati “possano mantenere le loro divise e la loro dignità di
militari”. Adesso, si apre la terza fase che definisce “quella della
depenalizzazione. Nel processo, anche se si farà, non si deve parlare
di omicidio volontario, ma nel peggiore dei casi di omicidio fortuito
dei pescatori scambiati per pirati”. De Mistura ha infine ricordato
che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone “in questo periodo hanno
accanto – nell’albergo dove risiedono – le loro famiglie. E questo è
importantissimo dal punto di vista psicologico”.

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