In Cisgiordania riprende la costruzione del muro

Rivelati alcuni dettagli del progetto da Ofer Hindi, responsabile della barriera. Si comincerà da Gush Etzion, poi si passerà a Maale Adumim.

In Cisgiordania riprende la costruzione del muro
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5 Luglio 2012 - 16.15


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di Giorgia Grifoni

Israele riprenderà tra qualche settimana la costruzione del muro di separazione in Cisgiordania e la prima porzione a essere estesa sarà quella tra l’area di Betlemme e la colonia di Gush Etzion. Ad annunciarlo è stata questa mattina la radio pubblica israeliana, citando i dettagli sul progetto rivelati dal Colonnello Ofer Hindi, responsabile della barriera, alla seduta di ieri della Corte Suprema.

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La costruzione del muro, iniziata nel giugno 2002, era stata interrotta cinque anni fa per probelmi di budget e per i continui ricorsi da parte dei palestinesi. Finora sono stati costruiti 725 km di barriera, il cui tracciato è stato modificato più volte tra il 2005 e il 2006: l’85% della costruzione si trova all’interno del territorio palestinese e ingloba la quasi totalità delle colonie israeliane – annesse di fatto da Tel Aviv – e tutti i pozzi fino a penetrare nelle terre assegnate all’Autorità palestinese 28 km oltre la Linea verde stabilita nel 1967.

“Barriera di sicurezza” per Israele, ma “Muro dell’apartheid” per palestinesi e attivisti, il progetto era stato partorito dalla mente di Ariel Sharon e fortemente appoggiato dall’amministrazione Bush: ufficialmente, per porre fine agli attentati terroristici nello Stato ebraico; ufficiosamente, per inglobare gli insediamenti in Cisgiordania – illegali secondo il diritto internazionale – e annettere grandi porzioni di territorio palestinese assieme alle sue risorse idriche, agricole e storico-archeologiche. Una mossa geopolitica ben architettata per indebolire uno stato palestinese già frammentato dagli accordi di Oslo fino a separare le regioni storiche che compongono la Cisgiordania – Giudea e Samaria – e cancellare ogni accesso diretto alla città di Gerusalemme dal territorio palestinese.

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Secondo i dettagli rivelati da Hindi, infatti, dopo l’area di Gush Etzion le ruspe passeranno all’azione nella zona di Maale Adumim, il più grande insediamento israeliano in terra palestinese – 40.000 abitanti – annesso unilateralmente alla municipalità di Gerusalemme. La colonia, ormai una vera e propria città, si è estesa per 12 chilometri a est fino quasi a raggiungere il bacino del mar Morto. Qui, il percorso del muro lungo i suoi confini orientali era in attesa di approvazione da oltre cinque anni e con l’annuncio di Hindi il suo destino pare ormai deciso. Da qui alle sponde del mar Morto il passo è davvero breve.

Secondo il quotidiano israeliano Yedioth Aharonot, è stata la pressione da parte palestinese e internazionale a fermare i lavori di estensione del muro. Nonostante una inascoltata “Advisory opinion” della Corte Internazionale di Giustizia del luglio 2004 – che definiva completamente illegale il progetto israeliano – infatti, i lavori erano proseguiti fino al 2007. Ma la resistenza degli abitanti dei villaggi lungo il muro, che si erano visti togliere i campi coltivati – che ora sono annessi a Israele – o separare dai loro parenti qualche chilometro più in là è stata forte e solida. Sostenuta sia legalmente – anche da avvocati israeliani – che moralmente da attivisti venuti da tutto il mondo – anche da Tel Aviv – è una battaglia destinata a continuare. Nonostante tutte le mosse geopolitiche astutamente pianificate dallo stato Ebraico. Nena News.

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