Il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir ha dichiarato lo stato di emergenza in alcune zone di confine con il Sud Sudan, mentre Giuba si impegna, con una lettera all’Onu, per «l’immediata cessazione di tutte le ostilità» con Khartoum. Il governatore di uno di questi stati di frontiera, Nilo Bianco, ha dato una settimana di tempo a 12mila sud sudanesi per lasciare il Paese. Dopo che l’Unione Africana ha ordinato a Sudan e Sud Sudan di cessare i combattimenti, le Nazioni Unite hanno esortato entrambe le parti a ritirare le truppe e la polizia da Abyei, la regione di confine contesa. Giuba ha risposto dando la sua disponibilità al ritiro delle proprie forze dalla regione di frontiera.
Gli sviluppi del conflitto negli ultimi giorni hanno sollevato interrogativi sull’esito degli appelli per la pace. Dopo oltre tre settimane di scontri, ora si teme che possa scoppiare una vera e propria guerra. La decisione del Sud Sudan di ritirarsi da Abyei è stata presa in una riunione di gabinetto presieduta dal presidente Salva Kiir. «Tutti questi gesti di pace – ha scritto in una lettera – sono stati fatti per riaffermare e dimostrare con misure concrete il vero impegno del mio governo per trovare una soluzione pacifica alle questioni in sospeso con la Repubblica del Sudan».
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto inoltre che il Sudan fermi immediatamente gli attacchi aerei (nel weekend le bombe sganciate sul Sud Sudan avrebbero fatto almeno due vittime, secondo Giuba) ma l’ambasciatore del Sudan presso le Nazioni Unite ha difeso il diritto del suo paese di utilizzare anche attacchi aerei contro le truppe del Sud Sudan. È noto che l’esercito dei sudanesi del Sud ha dieci elicotteri e un velivolo da trasporto leggero. Le forze armate sudanesi hanno invece in dotazione 61 aerei da combattimento, di cui 23 caccia. Il conflitto, e l’escalation derivante dai mancati accordi su tutta una serie di controversie, ha fermato quasi tutta la produzione di petrolio in entrambi i paesi, danneggiando ulteriormente le loro economie incerte.
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