Israele incentiva la colonizzazione dei territori

Al via la nuova campagna volta ad incoraggiare gli ebrei americani a trasferirsi nelle colonie e a utilizzare le donazioni.

Israele incentiva la colonizzazione dei territori
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redazione Modifica articolo

23 Aprile 2012 - 14.18


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di Marta Fortunato

Utilizzare le leggi inglesi ed americane sulla beneficenza per aumentare le donazioni non tassabili con lo scopo di incentivare la colonizzazione israeliana del Golan siriano occupato. Questa sarebbe l’ultima mossa dell’agenzia ebraica e dello stesso governo israeliano. Ad inaugurarla un annuncio apparso nel sito di Nefesh b’Nefesh, il programma appoggiato e finanziato direttamente dal governo israeliano per incoraggiare gli ebrei del nord America e della Gran Bretagna a stabilirsi in Palestina.

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Questo programma denominato “Andate a nord” è solo l’ultima iniziativa promossa da Israele volta a colonizzare i territori palestinesi occupati nel 1967. Secondo un rapporto pubblicato sul New York Times, negli ultimi dodici anni più di 40 gruppi negli Stati Uniti hanno raccolto 200 milioni di dollari sotto forma di donazioni non tassabili per la costruzione di insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Tuttavia, secondo la legislazione fiscale statunitense, è vietato utilizzare fondi provenienti da beneficenza per scopi politici. Ma il modo per aggirare questo divieto è molto semplice poiché i gruppi religiosi non devono diffondere come vengono impiegati i soldi ricevuti come offerte. E nello stesso tempo anche se le donazioni fatte direttamente ad organizzazioni straniere sono considerate illegali, il Servizio Entrate Tributarie (IRS) permette di fare donare denaro ad organizzazioni americane non-profit che sostengono progetti d beneficenza all’estero.

E i soldi non servono solo a finanziare le colonie israeliane, ma vengono addirittura utilizzati per la costruzione di avamposti – illegali non solo secondo il diritto internazionale ma anche secondo la legge israeliana – e per l’acquisto di cani da guardia, giubbotti anti-proiettile e fucili.

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“Gli amici di Itamar” è un’organizzazione americana che fornisce finanziamenti esenti da tasse per la colonia di Itamar, nell’area di Nablus, nel nord della Cisgiordania. Ed anche Bet-El, un altro insediamento vicino a Ramallah, ha un’associazione che la sponsorizza e che raccoglie fondi per l’attuazione di progetti.

Lo stesso discorso vale per Gerusalemme Est. Come spiega Hagit Ofran del movimento israeliano Peace Now, “con il fondamentale aiuto di fondi esenti da tasse, provenienti dagli Stati Uniti e da molte altre parti del mondo, molte ONG israeliane come Elad e Ateret Cohanim finanziano la costruzione e l’espansione delle colonie israeliane a Gerusalemme Est”.

Ed ora l’ultima mossa del governo israeliano è quella di incentivare la colonizzazione del Golan siriano, occupato nel 1967 ed annesso unilateralmente nel 1981. La situazione di coloro che vivono nelle alture non è tanto diversa da quella dei palestinesi di Gerusalemme Est. Anche i siriani delle Alture infatti non hanno lo status di cittadini ma quello di semplici residenti anche se sono costretti a pagare le tasse al governo israeliano. E le politiche israeliane attuate nel Golan non si discostano di tanto da quelle portate avanti in Cisgiordania: demolizioni di strutture abitative, restrizioni di accesso alla terra, controllo delle risorse idriche. Nel 1967, subito dopo l’occupazione israeliana dell’area, oltre 130.000 abitanti sono stati espulsi dall’area. Oggi la minoranza siriana rimasta– circa 6000 persone, distribuite in sei piccoli villaggi al confine con la Siria – è costantemente minacciata dall’espansione degli insediamenti e dalla politiche di colonizzazione della terra. Che ora, con le donazioni non tassabili provenienti dall’estero, hanno trovato nuova forza e sostegno.

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