Gaza e l'informazione: qualche domanda
Top

Gaza e l'informazione: qualche domanda

Articoli fotocopia, report frutto di veline. La copertura mediatica dell'ultima escalation tra Israele e Gaza non è andata oltre il solito cliché dei palestinesi colpevoli.

Gaza e l'informazione: qualche domanda
Preroll

Desk Modifica articolo

14 Marzo 2012 - 12.20


ATF
di Angelo Stefanini*

Leggete queste notizie e confrontatele tra loro:

• Corriere della Sera 10 marzo 2012: Tutto è cominciato venerdì quando, dopo il lancio di due colpi di mortaio contro Israele, un raid israeliano ha ucciso il leader dei Comitati di Resistenza Popolare Zuhir al-Qaisi e il genero.

• La Repubblica 10 marzo: La nuova fiammata di violenza è cominciata ieri, quando, dopo il lancio di due colpi di mortaio verso Israele, lo Stato ebraico ha risposto con il raid contro al Qaisi.

• Jerusalem Post, quotidiano israeliano filogovernativo, 10 marzo: Quando l’esercito israeliano decideva di assassinare venerdi pomeriggio il leader dei Popular Resistance Committees nella striscia di Gaza sapeva in che cosa si stava mettendo. Valutazioni preventive della decisione di bombardare l’auto che trasportava Zuhair Qaisi predicevano che circa 100 razzi potevano essere lanciati in Israele in ciascun giorno della spirale di violenza che si attendava esplodesse. Questo era il prezzo che il governo decideva era in grado di pagare.

La prima, ovvia domanda che viene spontanea è: “Come è possibile che i due maggiori quotidiani italiani riportino notizie favorevoli all’immagine di Israele, mentre un giornale israeliano filogovernativo racconti una storia molto diversa e sostanzialmente dannosa alla reputazione di Israele?” Ciascuno di noi, da solo, troverà la sua risposta, ne sono sicuro.

Ciò che è comunque chiaro, a prescindere da “chi ha cominciato per primo”, è che Israele era pronto a portare a termine quella che viene chiamato “esecuzione extragiudiziaria” o “assassinio mirato”, un atto condannato dal diritto internazionale come crimine di guerra, ben sapendo che ci sarebbe stata una violenta rappresaglia. Gli omicidi che Israele continua a compiere di palestinesi anche soltanto sospetti di atti di violenza rappresentano, infatti, una grave violazione della legislazione internazionale che ridicolizza l’affermazione di Israele di essere una “democrazia occidentale” come tutte le altre.

Perfino la Cina. L’Iran e gli Usa, convinti della efficacia della pena di morte che ha indubbiamente ucciso molti innocenti, fanno almeno uso di un processo formale. Questo non avviene in Israele, dove negli ultimi dieci anni centinaia di palestinesi sono stati segretamente condannati a morte e giustiziati nei loro letti, per le strade, alla guida di un’auto o anche se costretti in una sedia a rotelle, assieme a centinaia di passanti. Ma anche queste notizie appaiono ben poco nei nostri organi di informazione.

Pur nella loro penuria di informazioni, i nostri media italiani non tralasciano tuttavia di enfatizzare il fatto che la risposta israeliana è avvenuta dopo centinaia di razzi lanciati dai palestinesi in Israele con diversi israeliani feriti. Ma che dire del numero di razzi e bombe lanciate da Israele su Gaza? Se i nostri giornalisti volessero approfondire questo aspetto potrebbero trovare facilmente i dati utili a fare delle interessanti statistiche. Pur non essendo un giornalista mi sono avventurato nel web e guardate cosa ho trovato.

Leggi anche:  Papa Francesco chiede di indagare per capire se a Gaza sia in atto un genocidio

In un rapporto di Human Rights Watch si legge che in 18 mesi, dal settembre 2005 al maggio 2007, durante i quali i gruppi armati palestinesi hanno lanciato 2.700 razzi verso Israele uccidendo quattro persone, Israele ha sparato su Gaza 14.617 bombe di artiglieria pesante uccidendo almeno 17 bambini e 123 donne. Altre centinaia sono state ferite e sono stati provocati estesi danni. Il Rapporto aggiunge: “Human Rights Watch non è stato in grado di rintracciare nessun rapporto o rivendicazione che gli uccisi e i feriti dal fuoco dell’artiglieria comprendessero persone ritenute essere dei combattenti e l’Idf [Israeli Defence Force] non ha risposto alla richiesta di HRW di indicare se i palestinesi uccisi o feriti dal fuoco dell’artiglieria fossero combattenti o ritenuti essere combattenti. Gli attacchi di Israele su Gaza nel 2006 hanno anche lasciato nella striscia di Gaza molti ordigni inesplosi che costituiscono un costante pericolo per la vita dei palestinesi.” Questo rapporto risale al 2007. Naturalmente, prima e dopo quella data migliaia di altri palestinesi sono stati uccisi e feriti da attacchi israeliani da decine di migliaia di proiettili e bombe israeliane, compresa la guerra del 2008-2009 Operazione Piombo Fuso, anch’essa lanciata da Israele con il pretesto di doversi difendere dai razzi palestinesi.

Ancora: secondo l’agenzia delle Nazioni Unite Ocha, nel 2011 i proiettili sparati dall’esercito israeliano in Gaza sono stati responsabili della morte di 108 palestinesi, di cui 15 donne o bambini, e del ferimento di 468 palestinesi di cui 143 donne e bambini. In particolare 310 (57%) vittime sono state a causa di razzi lanciati da aerei israeliani, 150 (28%) a causa di proiettili sparati dai militari, 59 (11%) a causa di granate di carri armati e altri 18 (3%) da fuochi di mortaio israeliani.

Qualche esempio di cose che non si leggono sui nostri giornali:

Lunedi 12 marzo alle 22:23 ricevo questa mail da un amico e collega che lavora con l’Organizzazione Mondiale della Sanita a Gaza: “… la situazione a Gaza è difficile e simile ai primi giorni della Guerra del 2008-2009. Le incursioni aeree hanno ucciso finora 25 persone tre delle quali sono bambini. Circa 90 persone sono state ferrite tra cui 27 bambini e 13 donne. A seguito dell’assassinio israeliano di due leader attivisti sono stati lanciati razzi da Gaza in Israele. Questa situazione si aggiunge alla difficoltà esistente dovuta alla carenza di materiale sanitario, carburante e elettricita’. Ti copio sotto un messaggio di un amico:

Leggi anche:  Gaza: il comitato Onu dice che le pratiche israeliane sono 'coerenti' con il genocidio

… dobbiamo fare sapere a tutti che (a) Israele a colpito una abitazione civile a nord di Gaza ference 33 persone e riducendo la casa in macerie; (b) Un bambino di 13 anniè’ stato tagliato in due monconi da una bomba israeliana mentre stave rientrando da scuola e 9 altri studenti sono rimasti feriti.
E’ responsabilità di qualsiasi essere umano civile fare il possibile per pore termine a tutto questo o almeno per sostenere il diritto della gente di Gaza a vivere una vita dignitosa e senza pericolo. Ricordiamo a coloro che si riempiono la bocca di leggi e dovere del rispetto che esiste una legislazione umanitaria internazionale e sui diritti umani fatte apposta per fornire protezione alle popolazioni in zone di Guerra… Grazie per tutto quello che state facendo per la Palestina. Teniamo viva lo speranza , aiutiamo la Palestina a sopravvivere.
Sabato 10 marzo mi scrive una collega che lavora a Gaza: qui fanno omicidi mirati, 12 in 2 gg. ed ora 4 feriti israeliani ..aspetto altro. Basta che non trovino la scusa per una altra escalation.

Continua pochi minuti piu’ tardi: …Fatto fuori all’inizio leader comitati resistenza e un altro, poi missili di qui 4 – niente feriti, poi altri 2 e poi altri otto in unos cambio che ammonta a 12 morti qui e a 4 feriti di cui 2 non gravi in uno solo dei lanci credo li quindi …continuerà… as salaam my dear.
E piu’ tardi ancora: ” …Aggiungine altri due appena adesso, forte e sembra vicino al centro di Gaza, le ambulanza corrono… Non smetterà per un po’ sfortunatamente. Oggi il funerale di sei vittime tutte coperte talmente sbrindellate, soltanto una aveva la faccia scoperta ed era la faccia di una giovane donna”.

Sempre lei, lunedi 12 marzo: “Mi domando, vi chiedo e spero che dall’Italia si faccia qualcosa di pubblico di diffuso per alzare l’attenzione, per denunciare, per raccontare questi ultimi 5 giorni iniziati con la rottura della calma da parte di Israele e l’omicidio mirato (!) di un resistente, in realtà con il proposito di scatenare però quello che sembra continuare come un massacro indistinto e continuo. Ormai i civili feriti sono certamente la maggioranza, non basta evitare le zone “a rischio” nella striscia, come pure si fa, cadono dal cielo colpendo donne anziani e bambini e non solo feriscono ma li uccidono.
Vi invito a leggere la cronologia, e vittime (almeno 23 a quest’ora) e le modalità. Sul blog occupied palestine dove trovate l’ora per ora. Vi dico solo che al dipartimento di cura intensiva del maggiore ospedale ieri mi hanno detto… non abbiamo nessun ricoverato, perché li uccidono o sono feriti non moribondi. Ma come li uccidono? Il direttore del dipartimento di pronto soccorso, dove arrivano le vittime di Gaza city, ha visto più di una vittima decapitata dall’arma usata, come dire non più amputazioni degli arti ma hanno regolato ad alto il tiro. O si tratta di un nuovo modello di arma?

Leggi anche:  L'Onu accusa ancora Israele di impedire la consegna di aiuti alle aree assediate nel nord di Gaza

Fatto sta che su 6 vittime, al funerale che ho visto passare, solo una aveva il viso scoperto, segno che le altre lo avevano devastato. Lo stesso funerale, sabato, che qualche chiilometro più in là hanno attaccato da terra. Che sia o no l’inizio di un nuovo attacco più intenso francamente non fa alcuna differenza: con costanza e al ritmo di 5-10 al giorno i feriti e con il favore dell’effetto della preoccupazione spalmato sul tempo lungo, possono uccidere 150-300 persone al mese cosi nessuno si alerta? e mirare anche male magari ed uccidere bambini e civili? e fare rientrare questo nella “politica” che dal almeno un mese o più consiste in attacchi quotidiani ai palestinesi di West Bank e Israele ai loro mezzi di sostegno, alle loro case…e ora di morti a Gaza.

E magari facciamo sapere anche qui se si riesce a fare emergere questo dramma, e a presentare il quadro completo, non solo abbattimenti di case, ma di persone, non solo espropri di terre e raccolti, ma di vita quotidiana, non solo, non solo e dovunque mai cosi uniformemente come in questo momento… a ciascun palestinese il suo attacco, prevaricazione, usurpazione, danno permanente. Così che si senta il sostegno e si lavori per la strada del dialogo anche interno che sembra la scelta ed è forse comunque la necessità?

Se io che non faccio il giornalista riesco a trovare queste notizie, perché non ci riescono coloro che lo fanno di mestiere? E se ci riescono, perché non le pubblicano?

* MD, MPH Centre for International Health Alma Mater Studiorum Università di Bologna

Native

Articoli correlati