La diplomazia egiziana sta facendo il possibile per frenare l’escalation di attacchi e rappresaglie che cresce con il passare delle ore ma anche questa mattina l’aviazione israeliana ha colpito la Striscia di Gaza. I missili sparati dai cacciabombardieri hanno centrato obiettivi, non meglio precisati dal portavoce militare israeliano, a sud della Striscia, senza fare vittime. Da parte loro i palestinesi hanno reagito lanciando da giovedì almeno 12 razzi verso il territorio meridionale israeliano che sono caduti in aree disabitate.
Ben più sanguinose erano state le incursioni aeree israeliane di ieri. Colpito in pieno un edificio residenziale. Sotto le macerie sono rimasti un anziano e altre 14 persone, tra le quali sette bambini. Uno dei piccoli è morto poco dopo in ospedale. Israele ha riconosciuto di aver centrato «per errore» il palazzo e ha espresso «rammarico». Poi però ha attribuito la morte dell’anziano e del bambino ad una «deflagrazione collaterale» che, secondo il portavoce delle Forze Armate, sarebbe stata dovuta ad ordigni stivati in una vicina base della sicurezza del governo di Hamas centrata dai missili.
Mercoledì i jet avevano ucciso un militante armato che, secondo Israele, si apprestava a lanciare un razzo mentre giovedì un drone ha colpito una automobile uccidendo altri due palestinesi nel primo «omicidio mirato» a Gaza city da diversi mesi a questa parte. Forte la reazione di Hamas. Il premier Ismail Haniyeh ha accusato Israele di voler innescare deliberatamente un’escalation per lanciare una nuova guerra a vasto raggio contro la Gaza.
La tensione rimane alta anche in Cisgiordania. Ieri a Nabi Saleh, tra Ramallah e Gerusalemme, durante la manifestazione settimanale degli abitanti del villaggio contro il Muro israeliano, un giovane palestinese è stato colpito al capo da un candelotto lacrimogeno sparato da distanza ravvicinata da un soldato. Le sue condizioni sono disperate. I candelotti lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo e da breve distanza hanno causato in questi anni alcune vittime tra i manifestanti palestinesi.
Noto è il caso di Bassam Abu Rahma, colpito al ventre e ucciso mentre manifestava a Bilin (Ramallah) contro la costruzione del Muro. Non sono stati risparmiati in questi anni i cittadini stranieri. Nel marzo 2009 a Nilin (Ramallah) Tristan Anderson, un attivista americano dell’International solidarity movement, venne ferito alla testa da un lacrimogeno di un nuovo tipo ad alta velocità e da allora è paralizzato al lato destro del corpo.