Obama troppo timido sulla Palestina
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Obama troppo timido sulla Palestina

Per il presidente Usa anche il piano di Sarkozy su un riconoscimento intermedio è eccessivo. E l'ultra-destro Liberman applaude.

Obama troppo timido sulla Palestina
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22 Settembre 2011 - 18.42


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Dopo aver dovuto subire il pubblico elogio del ministro israeliano Liberman, uno dei pochi che può dire a Netanyahu di essere un pacifista, Obama ha scelto di proseguire su questa dolorosa china, rifiutandosi di commentare il piano illustrato dal presidente francese Sarkozy, che in buona sostanza propone per i palestinesi un riconoscimento intermedio, come quello di cui gode lo Stato della Città del Vaticano, e l’avvio di un nuovo negoziato israelo-palestinese da concludersi entro un anno. La proposta ha un senso: tutti capiscono che tra un anno, se non ci fossero progressi, sarebbe difficile rimandare a casa i palestinesi a mani vuote. Con parole semplici ma convincenti Sarko ha anche spiegato che se non si facesse questo si rimarrebbe in uno stallo utile soltanto agli estremisti.

Ma adusa a guardare solo ai propri tornaconti elettorali in vista del prossimo voto, la Casa Bianca ha già fatto tante altre volte gli interessi degli estremisti, potrebbe farlo anche questa volta. Non a caso, dopo aver pronunciato un discorso definito deprimente da moti giornali americani, Obama non ha saputo apprezzare neanche la mediazione-Sarko. Doveva prima sapere come la prendevano gli israeliani…

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Qualcuno ipotizza che la Casa Bianca, scegliendo di appiattirsi in questo modo sull’insostenibile statu quo, stia perdendo la guida della diplomazia mediorientale. Può essere, come può essere invece che stia per tornare a giocare di conserva con gli estremisti, in particolare quelli di Tehran, che vedrebbero ovviamente con gran gioia la sconfitta di Abu Mazen e del piano francese (come del resto Liberman, ovviamente).

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