Flotilla 2: silenzio dei governi vs mobilitazione dei cittadini

Manifestazioni e presidi in molte città europee, in Canada e USA davanti alle sedi diplomatiche elleniche. L'unica voce che si fa sentire è quella popolare.

Flotilla 2: silenzio dei governi vs mobilitazione dei cittadini
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4 Luglio 2011 - 18.03


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di Barbara Antonelli

Dovrebbe essere un “felice compromesso” quello proposto dal governo greco ieri agli organizzatori della Freedom Flotilla “Stay Human” e a Israele: la proposta cioè di inviare le 3 tonnellate di aiuti umanitari presenti sul convoglio diretto a Gaza attraverso navi greche e personale diplomatico greco. Un’operazione che potrebbe prevedere il passaggio degli aiuti attraverso i porti di Ashdod o di Arish e da lì poi nella Striscia di Gaza sotto la supervisione di personale delle Nazioni Unite. Secondo il quotidiano israeliano “Ha’aretz” Israele sarebbe favorevole alla proposta, infatti quello che il governo “greco” ha definito compromesso metterebbe fine alla Freedom Flotilla, agli sforzi di organizzazioni, movimenti, associazioni di oltre un anno per dare vita non solo ad un convoglio che porta aiuti a Gaza, ma un atto di dissenso politico contro le politiche segregazioniste di Israele, per dire no all’assedio della popolazione palestinese.

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La condanna della decisione di vietare alle navi del convoglio di salpare dai porti della Grecia presa dal governo “socialista” di Papandreu è arrivata ieri anche da parte della rete delle ONG palestinesi; “la rete PNGO considera questa decisione – si legge nel comunicato – e le procedure adottate dal governo greco risposte alla pressione del governo israeliano e alla campagna di incitamento contro la Freedom Flotilla 2, che e’ composta da centinaia di attivisti per la pace impegnati in una missione umanitaria”. “PNGO conferma che la Freedom Flotilla 2, nonostante sia stata sottoposta a campagne di minacce e aggressioni, è riuscita a dare voce e mettere in luce la sofferenza della popolazione della Striscia di Gaza causata dalla violenza dell’assedio.
Il gesto del governo greco di impedire alla Flotilla di partire verso Gaza é stato giustificato dal Ministro degli Esteri ellenico Stavros Lambrinidis come il tentativo di “evitare un disastro umanitario” e la risposta al tempo stesso all’invito del Segretario dell’ONU Ban Ki Moon ai governi nazionali a “scoraggiare la partenza delle navi”. In realtà le parole del coordinatore svedese della Freedom Flotilla 2 Dror Feiler spiegano meglio la decisione dei vertici di Atene “La Grecia ha venduto il suo corpo alle banche e la sua anima ad Israele ed agli Stati Uniti”. L’ultimo atto della campagna che con fervore propagandistico e finezza diplomatica, Israele ha messo in atto per screditare con tutti i mezzi l’equipaggio e l’intera missione.

I partecipanti della Freedom Flotilla però non si danno per vinti e da ieri hanno dato vita a proteste e mobilitazioni. Le delegazioni a bordo della nave italiana, la “Stefano Chiarini” hanno inviato ieri una lettera aperta al primo ministro Papandreou per protestare contro “una decisione che viola – si legge nella lettera – non soltanto i principi sanciti dei mari e l’antica tradizione che connota il Mediterraneo come mare libero, ma contravviene ai principi di democrazia e autodeterminazione del popolo palestinese e delle organizzazioni non governative che rappresentiamo”.
Otto passeggeri della “Hope of Audacity” l’imbarcazione a stelle e strisce, hanno iniziato un digiuno a tempo indeterminato, chiedendo all’Ambasciata statunitense ad Atene che il governo degli Stati Uniti faccia pressione sulla Grecia affinché liberi la loro barca e il capitano, e permetta loro di salpare verso Gaza. Secondo un tweet apparso sul sito UstoGaza, gli otto sarebbero stati arrestati questa mattina, per essere poi subito rilasciati. Rimane in carcere, con due capi d’accusa, in base all’articolo 128 del codice navale greco, il capitano della nave USA John Klusmer, che secondo l’agenzia stampa palestinese Ma’an, sarebbe detenuto in condizioni scioccanti. Dovrà comparire di fronte ad una corte greca domani (martedi) per aver violato il divieto esteso poi a tutte le navi di salpare dai porti greci. Secondo quanto dichiarato dall’avvocato newyorkese Richard Levy, anche lui passeggero della nave USA che ha visitato Klusmer in carcere, il capitano non avrebbe ricevuto finora alcin tipo di assistenza consolare. Ad altri 4 membri dell’equipaggio sarebbe inltre stato dato l’ordine di restare a bordo della “Hope of Audacity”.

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Sempre ad Atene è stata organizzata dagli attivisti greci, una marcia a sostegno della Flottiglia che presso piazza Syntagma. L’appello lanciato dagli organizzatori della Freedom Flotilla 2 a tutti i cittadini perché facciano pressioni sui loro governi è stato accolto in diversi paesi. Al silenzio dei governi europei, l’unica voce che si leva di protesta contro la misura adottata da Atene è quella dei movimenti, dei cittadini, delle ONG e delle associazioni.
In Gran Bretagna questa mattina attivisti delle organizzazioni Free Gaza, Palestine Solidarity Campaign, Friends of Al Aqsa, Britain to Gaza, Palestine Forum in Britain, e Action Palestine si recheranno all’ambasciata greca per recapitare all’ambasciatore Aristidis C sandis una lettera che chiede il “rilascio” delle imbarcazioni. Manifestazioni si sono avute ieri in USA, Canada, Belgio. In Francia, mobilitazione spettacolare ai piedi della Torre Eiffel, dove centinaia di persone hanno riprodotto in forma di catena umana, la scritta [url”Free Gaza”] http://www.dailymotion.com/video/xjp37h_free-gaza-magnifique-moment-sous-la-tour-eiffel_news[/url]. Oggi e domani anche in Italia, su mobilitazione indetta dal coordinamento italiano, si organizzeranno presidi di fronte all’ambasciata di Roma e alle sedi consolari di molte città italiane (Torno, Brindisi, Bari, Milano, Napoli, Bologna, Firenze).

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