La memoria della Shoah: l'eredità che non deve svanire
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La memoria della Shoah: l'eredità che non deve svanire

Domani, 27 gennaio, è la Giornata della Memoria. In Italia sono presenti ben 14 luoghi dove è possibile rivivere ciò che hanno passato milioni di persone che sono state rinchiuse nei campi di sterminio tedeschi e austriaci.

La memoria della Shoah: l'eredità che non deve svanire
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26 Gennaio 2025 - 20.00 Culture


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Con il passare del tempo e la scomparsa degli ultimi testimoni diretti, cresce la preoccupazione che la Shoah possa scivolare nell’oblio. “Ci chiediamo cosa succederà alla memoria della Shoah quando scomparirà anche l’ultimo sopravvissuto: i suoi figli saranno qui per continuare a testimoniare”. Queste parole pronunciate dallo scrittore americano di origine romena Elie Wiesel a Boston nel 1998 spiegano bene la preoccupazione enorme che i sopravvissuti ai campi di sterminio hanno vissuto sempre di più con il passare del tempo, diventando da qualche  tempo una grande angoscia per l’avanzare dell’età.

Liliana Segre, uno degli araldi della memoria in Italia, lo ripete spesso e lo ha rimarcato anche in questi giorni che la ricorrenza del Giorno della Memoria il 27 gennaio ce lo ricorda come data di riflessione.

Quanti sono oggi i sopravvissuti all’orrore dei campi di sterminio? Un numero esiguo davvero ed è ai loro discendenti diretti che sta passando il testimone per far sì che una volta scomparsi loro non si perda la verità su quello che hanno vissuto per l’Olocausto.

E’ quest’ultima la missione dell’Associazione Figli della Shoah, fondata ormai molti anni fa e di cui la stessa Segre è presidente onoraria e co-fondatrice insieme a Goti Bauer, Nedo Fiano, Alberto Foà, Erminio Wachsberger.

“La memoria è quel filo sottile che lega il passato al presente e condiziona il futuro.” ha detto Pietro Terracina, sopravvissuto al campo di sterminio e implacabile testimone fino alla scomparsa nel 2019.

Tuttavia oltre a Terracina, le testimonianze dell’Olocausto vengono fornite anche da Sami Modiano, 94 anni, che ha parlato il 25 gennaio al teatro Argentina di Roma collegandosi con una grande platea di studenti o dalla sopracitata Segre, che da senatrice a vita è continuamente esposta ad attacchi social. 

Secondo Liliana c’è che il rischio concretissimo, se non la certezza, che un giorno venga completamente dimenticata la Shoah, e “sia ridotta ad una frase nei libri di storia”.

E allora come fare per scongiurare quest’ipotesi neanche tanto remota? La responsabilità della memoria passa ai figli e ai nipoti, alle generazioni più giovani che hanno il dovere di non dimenticare.

Un possibile modo per non dimenticare la Shoah è avvicinarsi, frequentare, conoscere i luoghi della memoria che tutti insieme costituiscono un percorso di civile consapevolezza della storia.

Dal 2023 si è creata una vera e propria  “Rete italiana della Memoria”, che fra Musei e Memoriali della Shoah, “luoghi” che da Trieste a Milano, da Ferrara a Carpi, da Roma a Tarsia impongono di riflettere sul valore irrinunciabile del rispetto dei diritti umani, contro ogni forma di intolleranza e violenza. 

Nello specifico, i luoghi della memoria della Shoah in Italia sono: Milano (dove ci sono il Memoriale della Shoah  che si trova alla Stazione Centrale al famigerato Binario, il luogo da cui migliaia di ebrei e oppositori politici furono deportati e anche il Giardino dei Giusti, uno spazio di dialogo e di educazione che onora le donne e gli uomini che in ogni parte del mondo hanno aiutato le vittime dei genocidi e delle persecuzioni), Roma (è presente la Fondazione Museo della Shoah nella Casina dei Vallati, precisamente nel cuore dell’antico Ghetto di Roma, dove il 16 ottobre del 1943 ci fu lo storico rastrellamento), Ferrara ( dove è presente il Meis, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah che  testimonia la millenaria presenza ebraica in Italia), Carpi ( dove si trova la Fondazione Fossoli che ha come scopo la conservazione e la valorizzazione dell’ex campo di concentramento di Fossoli), Trieste (dove si trova il Museo della Risiera di San Sabba- Monumento Nazionale che è un importante luogo della Memoria), Tarsia nella provincia di Cosenza (dove si trova il Museo Internazionale della Memoria di Ferramonti che raccoglie la documentazione sugli anni di attività del campo di concentramento).

E ancora, Venezia ( dove si trova il Museo ebraico del Ghetto di Venezia che orienta i visitatori alla conoscenza della religione e della cultura ebraica, narrando la storia del popolo ebraico dalle origini alla contemporaneità), Bologna (dove si trova il Museo ebraico di Bologna si trova nella zona dell’ex-ghetto ebraico, con la sezione didattica offre percorsi di avvicinamento e di scoperta della storia e della cultura ebraica con un approfondimento particolare alla storia della Shoah,

Inoltre, oscillando fra Nord e Centro Italia, troviamo Torino (il Piemonte è fra le regioni d’Italia con il più alto numero di siti ebraici ancora conservati e visitabili gestiti dalla Comunità Ebraica di Torino e vengono organizzate visite guidate per scolaresche alla scoperta di queste antiche radici storiche), Firenze (dove è situato il Museo ebraico nel quale vengono svolte attività pensate per stimolare la conoscenza della storia, delle tradizioni e della cultura ebraica italiana e per valorizzare il dialogo interreligioso e interculturale) e Modena  (nella quale c’è la Sinagoga che è sede della Comunità Ebraica  di Modena e di Reggio Emilia).

Insomma, in Italia ci sono molteplici luoghi dove poter apprendere ricordi e testimonianze riguardo la Shoah, un orrore che non può e non deve essere mai dimenticato da nessuno, con la speranza che non si ripeta mai più, per il bene dell’intera umanità.

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