Domani, 4 ottobre, sarà ufficialmente divulgato il testo dell’aggiornamento dell’enciclica sulla difesa della casa comune, Laudato sì, cioè l’Esortazione Apostolica “Laudate Deum”. Annunciandone la stesura Francesco ha parlato di guerra mondiale al creato. A molti è apparsa una notizia, nel senso che ciò è stata considerata una novità. E invece proprio questa idea di guerra mondiale contro la casa comune è nel messaggio scritto dal papa il primo settembre per Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato. Scriveva il primo settembre il papa: “ In questo Tempo del Creato, soffermiamoci su questi battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore del creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato. Vediamo gli effetti di questa guerra in tanti fiumi che si stanno prosciugando. «I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi», ha affermato una volta Benedetto XVI.
Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali. “Sorella acqua”, come la chiama San Francesco, viene saccheggiata e trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato”.
Proprio sorella acqua può richiamarci alla mente le incredibili immagini di New York, la città che sempre si definisce come quella che mai si ferma e che invece improvvisamente è stata paralizzata nei giorni trascorsi dall’alluvione che l’ha sommersa. Sono gli eventi climatici estremi, che seguono agli sfruttamenti estremi e causano il disordine per cui non c’è più sintonia tra i battiti dei cuori di molti uomini e dell’ambiente. Sembra che l’uomo, creato da Dio, possa o ritenga di poter prescindere dal resto della creazione, come se non si fosse tutti parte dello stesso progetto divino. E’ questa scissione tra l’uomo e il cosmo che può portarci a ritenere la natura, il creato, una creazione inanimata e dalla quale prescindere. Cosmo invece vuol dire “ordine”, è il significato etimologico della parola greca, e questo ordine unisce l’uomo all’acqua, senza la quale non può dissetarsi e quindi vivere, all’aria, senza la quale non può respirare e quindi vivere, al sole, senza il quale non avrebbe luce e quindi vita. Ecco perché la guerra mondiale contro la casa comune è un atto irresponsabile contro Dio e l’ordine cosmico.
Per ritrovare l’ordine occorre un punto di partenza e Francesco lo individua: “Per prima cosa, contribuiamo a questo fiume potente trasformando i nostri cuori. È essenziale se si vuole iniziare qualsiasi altra trasformazione. È la conversione ecologica che San Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere: il rinnovamento del nostro rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore. Rendiamoci conto, poi, che un approccio d’insieme richiede di praticare il rispetto ecologico su quattro vie: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi”.
L’esortazione apostolica che sta per essere pubblicata non potrà prescindere da quei problemi energetici che spaccano il mondo, da quell’accaparramento di risorse del suolo e del sottosuolo che li riducono a imballaggi di beni preziosi ma che una volta estratti dai pacchi-dono richiedono l’abbandono tra i rifiuti dell’imballaggio. E’ l’attuale destino della foresta amazzonica e di tanti altri “imballaggi” inutili, come i deserti, o le miniere del Terzo Mondo. E’ questa la guerra contro la casa comune? Lo sapremo domani, intanto possiamo sapere che molti già scommettono su un suo minore impatto rispetto a Laudato sì’. Il giornale del paesi dei petromonarchi, Gulf News, scrive proprio oggi che Francesco non è più il leader morale globale di un mondo pronto a sposare la causa ambientalista.
La Conferenza per il clima di Parigi, sospinta da Laudato si’, prese impegni che nessuno però ha rispettato e così oggi la disponibilità ambientale appare in ripiegamento. C’è del vero in quanto afferma il giornale pubblicato nei paesi dei petromonarchi, ma la sottostante aria di soddisfazione appare scommettere su un fallimento che riguarda anche loro Le alluvioni nel deserto, le temperature in crescita sopra i limiti umanante tollerabili, l’esaurimento dell’acqua potabile in quella parte di mondo, dovrebbero indurre anche i petromonarchi a un po’ di autocritica. E invece la linea esposta sembra dirci che al prossimo summit ambientale di Dubai ( Cop 28) si punterà a far prevalere il fronte degli inquinatori per isolare o contrastare Francesco. E’ interessante però notare che molti leader religiosi, non solo cristiani, convergono con il papa, delineando un fronte davvero innovativo, il fronte dei leader spirituali a difesa del disegno divino e del suo ordine cosmico, non dei poteri e dei disegni delle corone terrene. Sarà questa (con qualche eccezione, ovviamente) la novità?
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