Francobollo in stile colonialista, contrario alle scelte della Chiesa: Francesco lo fa ritirare
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Francobollo in stile colonialista, contrario alle scelte della Chiesa: Francesco lo fa ritirare

In occasione della visita di Bergoglio in Portogallo un francobollo con il Papa al posto di Enrico il navigatore che partecipò alla colonizzazione delle americhe

Francobollo in stile colonialista, contrario alle scelte della Chiesa: Francesco lo fa ritirare
Il francobollo ritirato dal Vaticano
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

19 Maggio 2023 - 14.41


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Il 30 marzo di quest’anno il dicastero vaticano per la cultura e l’educazione cattolica, insieme a quello per lo sviluppo umano integrale, ha pubblicato una nota lunga, esaustiva e soprattutto chiara, nella quale prende chiude la porta in faccia alla cosiddetta “Dottrina della scoperta”, che fu invocata dalle potenze coloniali contro le popolazioni indigene in diverse parti del mondo, ovviamente anche in America Latina. Ha scritto con precisione Greenreport: « La nota riconosce che le bolle papali su cui le potenze coloniali appoggiarono le loro pretese, vecchie di 500 anni e utilizzate per giustificare il sequestro delle terre indigene da parte delle potenze coloniali, “Non riflettevano adeguatamente la pari dignità e i diritti delle popolazioni indigene” e che le potenze coloniali manipolarono quei documenti per “Giustificare atti immorali contro di esse che furono perpetrati, a volte senza l’opposizione da parte delle autorità ecclesiastiche”.

La nota ripudia la dottrina della scoperta perché non faceva parte dell’insegnamento della Chiesa Cattolica ed è la logica conseguenza di quanto scritto da  Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Si’: “E’ indispensabile prestare speciale attenzione alle comunità aborigene con le loro tradizioni culturali… Per loro, infatti, la terra non è un bene economico, ma un dono di Dio e degli antenati che in essa riposano, uno spazio sacro con il quale hanno il bisogno di interagire per alimentare la loro identità e i loro valori”.»

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Prefetto del dicastero per la cultura e l’educazione è un porporato portoghese, Josè Tolentino de Mendoça, scelto personalmente da papa Francesco, che, in pochi anni, ne ha fatto una figura di primo piano nel nuovo Vaticano e che, come tutti sanno, è argentino. Il porporato portoghese, sia detto per inciso, è noto quale autorevolissimo e appassionato studioso dell’opera di Pier Paolo Pasolini. Prefetto del Dicastero per lo sviluppo umano integrale è il gesuita Michael Czerny, anche lui assai vicino a Francesco.  

Il peso della “Dottrina della Scoperta” nel continente latino-americano è ovviamente chiaro e presente ad entrambi e dunque la nota di cui qui si parla vaticano può essere a pieno diritto considerata un tratto fondamentale del pontificato bergogliano, della sua idea di cosa e come debba essere la Chiesa e che spiega anche l’impegno personale del papa in favore dei cosiddetti popoli “indigeni”, dal Canada all’Amazzonia.  

Ora accade che papa Francesco si appresti a partire per il Portogallo, dove preciderà alla nuova edizione delle Giornate Mondiali della Gioventù. E come sempre accade, anche in questa occasione è stato predisposto un francobollo, celebrativo di questa edizione delle GMG. Come non tutti sono tenuti a sapere, a Lisbona c’è ancora un monumento voluto e realizzato ai tempi della dittatura di Antonio de Olivera Salazar: è dedicato alla figura del conquistatore portoghese, Enrico il Navigatore.

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Lo ritrae, dieterò alla bandiera, alla guida dei navigatori e scopritori lusitani del famoso “nuovo mondo”. L’esaltazione della stagione delle “scoperte” è una ovvia e conseguente esaltazione della “dottrina della scoperta”. Da questa il Vaticano aveva chiaramente preso le distanze, senza note ufficiali, già da tempo. Lo dimostra il fatto che nell’Esortazione Apostolica l’eccessiva al Sinodo sull’Amazonia, Francesco scriva che non si può consentire che la globalizzazione diventi “un nuovo colonialismo”, parole queste tra virgolette citate da Giovanni Paolo II, con apposita nota esplicativa. Dunque altro che “scoperta”, quello è stato colonialismo. 

E’ accaduto però che il monumento a Enrico il Navigatore è stato scelto come riferimento simbolico del francobollo celebrativo della nuova edizione delle GMG, con Francesco che nella riproduzione della statua sostituisce Enrico il Navigatore, guidando i giovani che prendono il posto degli scopritori e navigatori portoghesi nella rappresentazione che vorrebbe indicare il papa come guida verso Dio. 

Una pessima idea, perché pensando all’originale che adatta diviene una negazione in radice quella fratellanza tra i popoli che è ormai il tratto fondamentale del pontificato. Il vescovo portoghese delegato alla scienza storiche non è stato meno chiaro e ha definito il francobollo “di pessimo gusto”, lasciando senza possibile risposta gli ideatori.

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Appena la notizia è arrivata in Vaticano il Governatorato della Città del Vaticano ne ha disposto l’immediato ritiro. Ma resta il fatto che chi lo aveva realizzato, il servizio filatelico vaticano, evidentemente non aveva riflettuto o colto il senso politico che si sarebbe potuto scorgere nella raffigurazione. I pochi che lo avranno comprato però hanno tra le mani un francobollo, che come il famoso Gronchi rosa, li potrà rendere fortunati. 

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