La Chiesa deve proporre il no alla guerra e il sì alla difesa del pianeta e all'accoglienza
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La Chiesa deve proporre il no alla guerra e il sì alla difesa del pianeta e all'accoglienza

Riflessioni a margine della scomparsa di Papa Ratzinger e al ritratto che ne ha fatto papa Francesco

La Chiesa deve proporre il no alla guerra e il sì alla difesa del pianeta e all'accoglienza
Papa Francesco prega sulla bara di papa Ratzinger
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Nuccio Fava Modifica articolo

6 Gennaio 2023 - 16.31


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Sono espressioni dei salmi che possono ben riassumere il significato della esistenza di papa Ratzinger e anche delle preghiere e del ringraziamento che gli ha espresso papa Francesco e della invocazione di popolo che si è levata alla fine del rito : santo subito.     

In effetti sono state giornate straordinarie e di grande emozione e partecipazione popolare. Non solo per i cristiani e di  tutta la chiesa ma in certo senso per il mondo intero. Quasi che la morte di un papa abbia determinato la migliore conoscenza della sua ricca e complessa personalità, una maggiore comprensione –finalmente- del gesto “straordinario e scandaloso”, delle sue dimissioni. Anche se motivate come atto oblativo e di amore verso la Chiesa e la sua missione. Sempre più difficile ed impegnativa perché correnti culturali , ideologiche e politiche richiedevano con urgenza sforzi di nuovi approfondimenti e nuove risposte anche teologiche. Non certo per tentazioni di rinnovato potere o antistorici condizionamenti e supremazie.

Piuttosto come impegno e capacità di un servizio più e adeguato ai bisogni ed ai cambiamenti inarrestabili della comunità degli uomini. Nel segno di sempre maggiore manifestazione di amore e amicizia, di accoglienza e solidarietà. E’ la via che la chiesa intera deve riuscire a proporre di continuo e sviluppare senza sosta o timori, affermando la contrarietà alla guerra, la lotta alla fame e alle carestie, la difesa della natura per sviluppare quella casa comune e quella conversione culturale del clima e dell’ambiente di cui, specie i giovani si fanno promotori. E’lo spirito nuovo e sempre più consapevole per fare crescere un rapporto positivo tra fede e crescita umana nel rispetto delle libertà e delle coscienze di ciascuno e di tutti i popoli.

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E’ questa la ricchezza e la fede che hanno ispirato la vita del papa scomparso e le ragioni profonde delle sue dimissioni e delle modalità monastiche che hanno caratterizzato gli anni del suo ritiro. Non di arido e aristocratico isolamento, ma di sintonia e di fedele partecipazione al mistero del cammino della chiesa nel mezzo della storia degli uomini. Di tutto questo lo ha ripetutamente ringraziato papa Francesco con quel gesto conclusivo del braccio e della mano, aperti sulla bara mentre il popolo, non solo di piazza s.Pietro chiedeva a gran voce santo subito.

 

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