Talgat Tadzuddin, da riformista dell'euro-islam al servilismo ossequioso verso il potere di Putin
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Talgat Tadzuddin, da riformista dell'euro-islam al servilismo ossequioso verso il potere di Putin

Il Muftì Supremo della Russia, Talgat Tadzuddin ha preso nuovamente posizione a favore della guerra contro l'Ucraina usando parole violente

Talgat Tadzuddin, da riformista dell'euro-islam al servilismo ossequioso verso il potere di Putin
Putin e il Il Muftì Supremo della Russia, Talgat Tadzuddin
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

11 Luglio 2022 - 19.57


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Il Muftì Supremo della Russia, Talgat Tadzuddin, è considerato, a ragione un riformista, un interprete di quello che chiamiamo “euroislam”, cioè che quella visione che ritiene l’applicazione della shari’a, la legge religiosa, una questione di coscienza.

Muftì Supremo della Russia dal 1992, guida da allora il Cdum, l’organizzazione islamica di coordinamento fondata da Caterina II e si è meritato l’accusa di laicismo dagli avversari. Era importante partire da qui, per capire questa scelta “politico-culturale” come sia compatibile con le sue recenti dichiarazioni sulla guerra. Cosa ha detto il “laico” Tadzuddin sulla guerra in Ucraina? “Quando il tuo vicino di casa è infestato dai parassiti, una turba di nazionalisti e di neonazisti, che nel corso di ben otto anni (due volte di più della Grande Guerra patriottica) si adoperano sistematicamente per lo spargimento di sangue e il genocidio nella terra molto sofferente del Donbass, noi non possiamo starcene tranquilli e rimanere a guardare, l’indifferenza non è ammissibile”.

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Si sentono dietro questo parole non certo misurate le spinte separatiste dei musulmani tatari di tante regioni? Forse sì. Ma quelle spinte più che con la volgarità e il servilismo si sconfiggerebbero riconoscendone i diritti. Ma il capo dei musulmani russi ha anche attaccato gli Stati Uniti, aggiungendo che a essi si accodano tutti gli altri Paesi dell’Occidente: “Questa tradizione menzognera e invidiosa dell’Occidente nei confronti della nostra grande, unita e potente nazione si riproduce quasi ogni secolo”.

Le parole di Taglat Tadzuddin sono molto importanti perché spiegano che la religione asservita al potere politico non fa danni solo se sposa l’integralismo fanatico. La religione asservita al potere politico fa danni comunque, o forse ancora di più se fa apparire la ragionevolezza di considerare l’applicazione di una legge religiosa “una questione di coscienza” una affermazione compatibile con il definire gli avversari dei parassiti. Se questa ragionevolezza religiosa infatti viene usata per prostrarsi ai piedi non di Dio ma della propaganda presidenziale, anche l’idea ragionevole sembrerà irragionevole e il fondamentalismo, già ben rappresentato tra i pro Putin dal ceceno Khadirov, se ne avvantaggerà.

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Tadzuddin è stato messo lì dal 1992 per assicurare un islam non compatibile ma acquiescente con i voleri del Cremlino. Si è guadagnato i galloni di “laico” per questo. Ma non è il servilismo che fa i leader religiosi laici, ma la convinzioni che siamo tutti figli di Dio, con uguali diritti, uguali doveri, diverse fedi, diverse idee.

Chi dice che i presunti avversari sono parassiti o nazisti ricorda da vicino un certo Saddam Hussein, poco spendibile per costruire democrazie. Quanto affermato dal signor Tadzuddin dimostra che lui è disposto a sostenere esattamente il contrario di quanto lo ha reso famoso, pur di accodarsi, ossequioso, al potere. Le sue parole sono una scelleratezza che ferisce l’euroislam di cui ha dimostrato di non essere un interprete, al contrario, il suo metodo ricorda quello usato dai fanatici wahhabiti per ingraziarsi la corona della tribù dei Saud. Non die campioni di laicità, nessuno dei due.

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