La questione dei guadagni degli sportivi incuriosisce sempre i milioni di appassionati disseminati in tutto il mondo. Il calcio non è lo sport a farla da padrone assoluto in questo, contendendosi il primato i giocatori di basket, quantomeno quelli che militano in NBA, la massima serie degli Stati Uniti. Per gran parte delle altre discipline sportive è possibile evidenziare l’esistenza di veri Paperon de Paperoni, ma si tratta di eccezioni e non certo della regola. Per citare un esempio, chi occupa il vertice del PGA Tour, le principali competizioni di golf, conquista milioni di dollari a stagione: è il caso di Scottie Scheffler, che nella stagione 2022-2023 ha certificato guadagni per 21 milioni annui, ma si parla di stelle indiscusse dello sport.
Il tennis calza perfettamente con questa circostanza, con gli atleti professionisti che sono ben lontani dalle cifre incassate da coloro che occupano i vertici della classifica del ranking ATP. È proposta di quest’anno quella di introdurre un salario minimo per i primi 250 tennisti della graduatoria mondiale. Il motivo è presto detto: se coloro che si trovano ai vertici hanno puntualmente ampie chance di trionfare nei tornei a cui partecipano, o in ogni caso di andare il più avanti possibile nella competizione, lo stesso non vale per il resto della platea di professionisti. Chi è fuori dalla lista dei migliori 100 al mondo fatica spesso a pagare gli hotel per le trasferte, così come i voli e le eventuali tasse previste, soprattutto se non si ha con certezza un ritorno economico.
L’ambizioso programma targato ATP prende origine da quello che è stato un invito a muoversi in tal senso da parte della Professional Tennis Player Association. Si tratta di un’associazione indipendente fondata dal tennista più vincente di sempre, Novak Djokovic, che ha sempre avuto a cuore la difesa degli interessi di coloro che non rientrano nell’élite del tennis mondiale. Il progetto si struttura sulla base di un salario minimo annuo che ammonta fino a un massimo di 300mila dollari annui, suddivisi in tre fasce a seconda del posizionamento nel ranking. È un meccanismo che funzionerebbe ad integrazione: ciò significa che se uno dei tennisti presi in considerazione supera il guadagno previsto, non avrà diritto a questa somma. Diversamente, se ad esempio si ottengono risultati minori rispetto alle attese, l’atleta potrà in ogni caso contare su un’entrata certa.
Le ricerche condotte riguardo le entrate dei tennisti professionisti stimano infatti come solo una cifra piuttosto ridotta sia al di sopra del milione in quanto a guadagni. Va aggiunto che gran parte degli introiti di chi occupa i vertici del tennis mondiale derivano anche da contratti di sponsorizzazione ad esempio, veri e propri sodalizi decennali che legano il nome di un atleta a uno o più brand molto noti. È il caso di Jannik Sinner, ormai protagonista assoluto del panorama mondiale e costantemente tra i favoriti a guardare i pronostici sul tennis riguardanti i maggiori tornei internazionali come Grandi Slam e Masters 1000. Prendendo infatti in esame il tennista azzurro, l’atleta è arrivato a circa 13 milioni e mezzo di montepremi acquisito fino a fine 2023. Se però si guarda al guadagno complessivo nel corso dell’anno solare, la cifra sale a 38 milioni di dollari. Sono ben 25 i milioni incassati da legami con gli sponsor, come Gucci, Rolex e Intesa SanPaolo. Tra i più redditizi contratti all’attivo si conta quello che lega l’atleta di Bolzano a Nike: 150 milioni di dollari è il valore complessivo, che lega l’atleta al brand per dieci anni.