Gary Lineker è stato reintegrato alla conduzione dalla Bbc dopo che l’emittente pubblica britannica lo avevo sospeso per aver violato gli standard interni di imparzialità per un suo criticatissimo tweet in cui paragonava la stretta sull’immigrazione del governo conservatore di Rishi Sunak alla retorica usata dalla Germania nazista negli anni Trenta. Lo ha comunicato la stessa Bbc.
Cosa era successo?
Monta la bufera contro la Bbc, accusata da più parti di «censura» dopo l’oscuramento video di Gary Lineker: leggenda del calcio d’Oltremanica, commentatore sportivo popolarissimo e star più pagata in assoluto della tv pubblica britannica, sospeso dalla conduzione di `Match of the Day´, trasmissione di punta del palinsesto del sabato, per aver fustigato giorni fa via Twitter la dura stretta legislativa contro l’immigrazione «clandestina» appena annunciata dal governo conservatore di Rishi Sunak; non senza paragonarne la retorica a quella «della Germania degli anni ’30».
L’emittente, nota familiarmente nel Regno con l’appellativo di Zietta (Auntie Beeb) e simbolo ormai centenario d’autorevolezza mediatica globale secondo i canoni occidentali, è stata forzata oggi a «scusarsi» col pubblico per le conseguenze del caso Lineker sui programmi sportivi – disertati da vari colleghi, «per solidarietà» verso il `reprobo´ – e a promettere di trovare «una soluzione» quanto mai problematica. Mentre il provvedimento punitivo nei confronti dell’ex campione 62enne, motivato dal suo rifiuto di scusarsi dopo che il direttore generale Tim Davie aveva giudicato il controverso paragone fra «il linguaggio» dei Tories e quello dei nazisti «incompatibile con gli standard d’imparzialità» politica richiesta anche sui social media a chi lavora per l’azienda, sta scatenando un autentico tsunami.
Difesa come «inevitabile» da esponenti della maggioranza che sostiene Sunak, e da qualche sporadico opinionista, la misura è stata invece denunciata come «sproporzionata» dall’interessato; e come un «inquietante» quanto «codardo» atto di sottomissione della Bbc agli interessi governativi dall’opposizione laburista, che pure inizialmente non aveva mancato di criticare lo pseudo parallelo storico di Lineker: non nuovo d’altronde a frecciate anti-Tory dai suoi profili social personali.
Alistair Campbell, ex portavoce di Tony Blair accusato a sua volta in passato di tentativi d’intimidazione ai danni dei media britannici al tempo in cui fungeva da braccio armato della comunicazioni nei governi del New Labour, si reinventa intanto paladino della libertà d’opinione, bollando come «ridicolo» il fatto di voler prendere di mira Gary Lineker per «la violazione delle linee guida sull’imparzialità addebitata a un paio di tweet» quando il presidente della Bbc attuale è Richard Sharp: banchiere e sostenitore dei conservatori tirato in ballo per aver aiutato prima della nomina l’allora premier Boris Johnson a ottenere un prestito privato da 800.000 sterline per coprire debiti familiari.
La reazione più forte alla querelle arriva tuttavia in seno alla stessa Beeb e soprattutto nell’arcipelago dei programmi sportivi. Trasmessi oggi in forma ridotta e senza talk show d’accompagnamento dopo la scelta di altri commentatori di fama quali gli ex nazionali inglesi Ian Wright o Alan Shearer di non parteciparvi in nome dello sdegno per il trattamento riservato «a Gary». Una situazione che ha costretto i vertici della radiotelevisione di Stato a scusarsi per iscritto con gli spettatori e la Premier League, massima serie del campionato inglese di football, a esentare per questo weekend giocatori, allenatori e dirigenti dall’obbligo contrattuale di presentarsi ai microfoni della Zietta; tanto più che i tesserati di diversi club s’erano già rivolti al loro sindacato, la Professional Footballers Association, per valutare l’ipotesi di un boicottaggio in piena regola.
Come se non bastasse, sulla Bbc piove l’accusa del progressista Guardian (negata dall’azienda) d’aver deciso di non trasmettere in chiaro sul primo canale, ma solo on demand, l’episodio pilota d’una nuova serie di documentari naturalistici curati dall’ultranovantenne David Attenborough, celebrità britannica e mondiale della divulgazione scientifica in tv. La ragione? I riferimenti in esso contenuti all’emergenza ambientale e al contestato riwilding, strategia radicale di restauro ecologico fondata sull’ambizione di ricreare aree selvagge e incolte in territori già modificati dall’uomo che incontra l’opposizione di settori politici ed economici conservatori. E che quindi sarebbe potuta risultare ancora una volta sgradita a Downing Street.