Per capire il valore di questa “storica partita” bisogna fare un salto di 15 anni, da Israele non ha più permesso che i club dei due diversi campionati che si disputano in Palestina, quello di Gaza e quello della West Bank, potessero incontrarsi. Dai tempi della prima Intifada non era permesso alle squadre attraversare i Territori occupati e raggiungere la Striscia di Gaza dalla Cisgiordania e viceversa.
Questo incontro è durata virtualmente due settimane, alla fine si è conclusa ed è stata vinta dall’Ahli al-Khalil allenato dall’italiano Stefano Cusin. La squadra di Hebron ha battuto 2 a 1 l’Ittihad Shujaiyeh (o anche Shejaiya) di Gaza, col gol decisivo segnato in extremis, al primo minuto di recupero e su calcio di punizione da Ahmad Maher. L’Ahli al-Khalil in questo modo ha conquistato la Supercoppa di Palestina e accede di diritto alle fasi finali della Coppa d’Asia.
Il match d’andata dopo un paio di rinvii e molte difficoltà si era giocato allo stadio Yarmouk di Gaza il 6 agosto ed era terminato 0-0. Il ritorno si sarebbe dovuto disputare a Hebron domenica scorsa, il 9. Ma Israele non aveva concesso il visto a quattro giocatori e tre dirigenti del Shujaiyeh, ritenuti troppo vicini ad Hamas. Tel Aviv temeva la gara divenisse occasione di proteste anti-israeliane dopo la morte di un bimbo di 18 mesi e del padre nel rogo della loro abitazione causato dal lancio di bombe molotov da parte di coloni estremisti, in un villaggio vicino Nablus nel nord della Cisgiordania.
Ma alla fine, però, dopo cinque giorni d’attesa è arrivato il lascia passare e l’esigua comitiva (35 persone) di dirigenti e calciatori dell’Ittihad Shujaiyeh ha potuto percorrere i 60 chilometri che separano Gaza da Hebron.
Ad accoglierli 10 mila tifosi stipati in uno stadio picclo. Hebron ha due squadre nella League e il calcio è seguitissimo in tutta la Palestina, eredità della dominazione britannica. A Gaza la partita, invece, è stata seguita in diretta tv nei bar affollati di gente per l’occasione. Le parole di Cusin che allena a Hebron dallo scorso gennaio, circondato da un piccolo staff di italiani, fanno intuire subito il suo entusiasmo “E’ stata davvero una partita storica. Vuol dire molto per la Palestina e per lo sport”. Adesso Cusin si prepara a guidare la nazionale palestinese.
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