Un recente studio condotto da tre scienziati dell’Arizona State University, pubblicato su Science Advances, solleva un’ipotesi interessante sul processo di formazione di Europa, una delle lune galileiane di Giove. Secondo la teoria attualmente diffusa, basata sulle osservazioni della sonda Galileo della NASA, si credeva che Europa avesse un nucleo metallico simile a quello della Terra, formato poco dopo la nascita della luna gioviana. Tuttavia, il nuovo studio suggerisce una prospettiva diversa.
I ricercatori, Kevin Trinh, Carver Bierson e Joe O’Rourke, hanno utilizzato un modello informatico per simulare le condizioni iniziali di Europa e l’emissione di calore, che è fondamentale per la formazione del nucleo metallico. I risultati della simulazione suggeriscono che Europa potrebbe aver rilasciato calore lentamente nel corso del tempo, formando il suo nucleo in modo altrettanto graduale. Questa prospettiva contrasta con l’idea precedente di un nucleo formato poco dopo la nascita della luna.
Secondo Carver Bierson, uno degli autori dello studio, questa ricerca suggerisce che Europa abbia subito un’evoluzione interna lenta lungo la sua storia. Questa scoperta potrebbe aprire la strada a future ricerche per comprendere meglio l’evoluzione di Europa come la vediamo oggi.
L’importanza di questa ipotesi risiede nel fatto che Europa è considerata uno dei luoghi nel sistema solare in cui potrebbero essere presenti forme di vita. Kevin Trinh, il primo autore dello studio, sottolinea che il potenziale di Europa per ospitare la vita dipende dagli ingredienti chimici e dalle condizioni fisiche che hanno caratterizzato la formazione del suo oceano.
Per confermare o smentire questa ipotesi, saranno necessari nuovi dati osservativi. La missione Juice dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), attualmente in viaggio verso il sistema di Giove, potrebbe fornire un contributo significativo. La sonda Juice, che arriverà intorno a Giove nel 2031, studierà il pianeta gigante e le sue lune ghiacciate alla ricerca di segni di abitabilità. L’Italia ha svolto un ruolo fondamentale nella missione, contribuendo alla realizzazione di quattro dei dieci strumenti scientifici a bordo della sonda Juice.