Un'onda di resistenza al fenomeno dei Book Bans
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Un'onda di resistenza al fenomeno dei Book Bans

Questa battaglia, che prende piede negli Stati Uniti, rischia di espandersi anche ad altri paesi, con la crescente paura che la censura diventi un fenomeno globale. E Lauren Groff lancia un appello a tutti gli intellettuali.

Un'onda di resistenza al fenomeno dei Book Bans
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24 Febbraio 2025 - 18.03 Culture


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di Ilenia Valentini

In un’epoca in cui la censura dei libri è diventata una realtà sempre più presente nelle scuole e biblioteche pubbliche americane, un gruppo di donne ha deciso di scendere in campo per difendere il diritto alla libertà di espressione. Come racconta Sara Scarafia in un articolo di Repubblica, un fronte femminile, tra cui scrittrici e attrici, sta facendo sentire la propria voce per difendere il diritto alla lettura e alla libertà di pensiero, un movimento destinato a diventare virale, che unisce personalità del mondo culturale e dello spettacolo con un obiettivo comune: fermare i book bans (divieti di lettura), una pratica sempre più diffusa negli Stati Uniti, che ha visto oltre 10mila libri essere banditi in numerosi stati.

Secondo il rapporto di Pen America, un’associazione no-profit che difende la libertà di parola degli autori, tra il 2023 e il 2024 i divieti hanno interessato ben 29 Stati. A finire nel mirino sono soprattutto le opere che trattano di tematiche legate alla razza, all’identità di genere e all’orientamento sessuale. In particolare, il 44% dei libri censurati riguarda storie con protagonisti neri, mentre il 39% racconta di personaggi queer. Ma a finire sotto il divieto sono anche i romanzi che trattano di sesso, pure se non in modo non esplicito. Tra i volumi più colpiti figurano le opere di autori di colore, come Toni Morrison, e di autori queer, come Maia Kobabe, ma anche bestsellers moderni come Twilight di Stephenie Meyer e classici come Otello di Shakespeare. Sono stati rimossi dagli scaffali in numerosi stati americani, dove le istituzioni educative cercano di limitare l’accesso a contenuti considerati “controversi”. L’epicentro di questa ondata di censura è la Florida, dove più di 4.000 libri sono stati vietati, ma anche Stati come l’Iowa stanno seguendo a ruota.

Una delle voci più forti di questa battaglia è quella della scrittrice Lauren Groff, scrittrice best-seller. Con il suo libro Fato e Furia, Groff ha conquistato lettori in tutto il mondo, ma oggi è in prima linea contro i book bans. In risposta alla crescente censura, nella sua città natale di Gainesville, proprio in Florida, ha deciso di aprire una libreria indipendente, chiamata The Lynx, che si è trasformata in un simbolo di resistenza, con l’obiettivo di dare visibilità ai libri banditi. Groff, che si dice preoccupata per il ritorno di un clima di repressione, ha dichiarato: “Il Paese sta attraversando un momento terrificante di ritorno al XIX secolo”. La scrittrice, che a marzo tornerà in Italia con il nuovo romanzo Nel vasto mondo selvaggio, ha accusato le censure di essere una reazione da parte di uomini bianchi contro l’uguaglianza raggiunta da donne, persone di colore e persone di orientamento sessuale non cisgender.

Non solo scrittrici: anche le star del mondo dello spettacolo si sono fatte sentire contro la censura. Accanto a Groff, c’è l’attrice Sarah Jessica Parker, celebre per il suo ruolo iconico di Carrie Bradshaw in Sex and the City. È scesa in campo producendo un documentario dedicato al fenomeno dei book bans, dal titolo The Librarians, che racconta la storia dei bibliotecari che resistono alla censura, lottano per preservare la libertà di lettura e contro la rimozione dei libri nelle biblioteche. Il docufilm, presentato in anteprima al Sundance Film Festival, le è valso il premio Literary Service da parte di Pen America. La Parker, inoltre, è anche una giurata del prestigioso Booker Prize e fondatrice di una casa editrice, SJP Lit, che ha l’intento di portare alla luce nuove voci della letteratura americana contemporanea, soprattutto quelle degli autori poco rappresentati.

Un’altra figura di spicco che si è unita alla causa è Julianne Moore, dopo che ha visto il suo libro per bambini Freckleface Strawberry bandito nelle scuole gestite dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per via di presunti riferimenti all’ideologia gender. Un libro che racconta la storia di una bambina che impara ad accettarsi nonostante le sue lentiggini, ma che, secondo le autorità, potrebbe essere visto come una minaccia per l’ordine morale tradizionale. L’attrice di fama internazionale, visibilmente sconvolta, ha espresso la sua indignazione per la decisione dell’amministrazione Trump. “Pensavo di vivere in un Paese in cui la libertà d’espressione è un diritto costituzionale”, ha dichiarato Moore, esprimendo il suo sgomento per una scelta che considera illiberale e retrograda.

La scrittrice Lauren Groff ha spiegato come le censure mirino a controllare il pensiero pubblico, alimentando un clima di paura e autocensura. Molti insegnanti e bibliotecari, preoccupati per le possibili conseguenze legali o professionali, stanno iniziando a rimuovere volontariamente dai loro scaffali libri come Maus di Art Spiegelman, utilizzato per insegnare l’Olocausto, pur di evitare conflitti con i genitori e le autorità locali. “La paura si sta diffondendo”, sottolinea Groff, evidenziando come il clima di intimidazione stia influenzando la scelta dei materiali didattici nelle scuole. “Con Trump tutto è peggiorato”, afferma Groff, “i libri che sfidano le convenzioni sono fondamentali per una società sana. Dobbiamo ascoltare il maggior numero possibile di punti di vista”. Le librerie indipendenti come The Lynx stanno diventando sempre più luoghi di rifugio per i libri che affrontano temi scomodi e non convenzionali.

In risposta a queste minacce alla libertà di lettura, Pen America ha lanciato una campagna contro la censura, che si sta rapidamente espandendo anche sui social media. La mobilitazione delle donne nel mondo della cultura è fondamentale per contrastare la diffusione dei book bans. Clarisse Rosaz Shariyf, co-CEO di Pen, ha sottolineato come figure come Sarah Jessica Parker abbiano assunto un ruolo cruciale nell’opporre resistenza, dando voce alle minoranze.

In un momento storico come questo, Groff invita tutti gli intellettuali a scendere in campo: “Siamo esseri umani, abbiamo opinioni e possiamo esprimerle più facilmente degli altri. Questa battaglia riguarda tutti noi”. E con il coraggio e la determinazione di queste donne, sembra che la censura stia per incontrare una resistenza imprevista.

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