È il 1911 quando l’imprenditore italo-svizzero Walter Martiny inizia a ingegnarsi sulla creazione di prodotti in gomma vulcanizzata. Prendendo in prestito tale tecnologia, inventata da Charles Goodyar, due anni più tardi Martiny fonda il marchio “Superga”, traendo spunto dall’omonima Basilica torinese nei cui pressi sorgeva la fabbrica. A essere prodotti per primi degli stivali di gomma totalmente impermeabili, capaci di ridurre i rischi di malattie e infezioni tipiche dei luoghi paludosi e delle risaie.
Ma è il 1925 l’anno di svolta del marchio: per soddisfare le esigenze della moglie tennista Martiny realizza una delle prime scarpe sportive al mondo con suola in gomma vulcanizzata, l’iconica Superga 2750, ancora oggi uno dei più grandi esempi di design italiano. Compie così un secolo la sneaker che nel 2011, durante i festeggiamenti per il 150° anniversario dall’Unità d’Italia, è stata riconosciuta come “uno dei 50 oggetti che hanno fatto la storia in Italia”.
Resistenza e flessibilità – date dal processo di vulcanizzazione che tratta il caucciù con lo zolfo ad alte temperature – sono il segreto del suo successo, ma il merito della sua diffusione globale è di sicuro da attribuire al suo design minimal, pulito ed elegante, emblema di uno stile di tendenza e senza tempo.
Anche gli atleti vogliono indossare la classica Superga 2750. Ricordiamo il tennista Adriano Panatta che nel 1976 vinse il Roland Garros, l’Open francese di Tennis, con l’iconica scarpa ai piedi. La “sneaker del popolo italiano” continua ad avere successo oggi esattamente come allora: la vediamo indossata tanto da celebrities, come Ed Westwick e Hailey Bieber, quanto dalla principessa del Galles, Kate Middelton.