Scatta l’allarme sulla contagiosità delle due nuove varianti di Omicron, la 2 e la 3. “Le nuove sottovarianti di Omicron, la 2 e la 3 sono contagiosissime, molto più della prima“. Lo ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, mettendo in guardia sulle riaperture delle prossime settimane: “Da fine mese non si devono aprire i rubinetti istantaneamente, sarebbe meglio che l’utilizzo del Green Pass ed altre restrizioni rimanessero ancora e venissero tolte progressivamente dal 31 marzo”.
Tuttavia, seppur più contagiose e con un’incubazione più rapida, Omicron e le sue sottovarianti sembrano essere correlate a sintomi meno gravi rispetto alla Delta. I sintomi più comuni riportati da chi è stato contagiato con la variante Omicron del coronavirus Sars-CoV-2 sono: naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola. La sintomatologia può comprendere anche casi di nausea e diarrea: due sintomi che sembrano essere più accentuati con Omicron 2, che pare comportare anche un mal di gola più intenso e febbre più duratura anche nei soggetti vaccinati.
Inoltre, con Omicron rispetto agli altri ceppi del virus appaiono meno frequenti le segnalazioni di perdita di olfatto e gusto. Per quanto riguarda la sottovariante Omicron 3, molto simile alle 2 e ancora poco presente in Italia, i sintomi non sembrano differire molto da quelli di Omicron. La sintomatologia può comprendere mal di testa, raffreddore o naso che cola, stanchezza, ma anche febbre o mal di gola.
Quanto al livello di aggressività e di risposta ai vaccini non ci sarebbe differenza tra Omicron e le sue sottovarianti. “Hanno effetti identici, ovvero sono varianti gemelle”, ha spiegato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, evidenziando che i “vaccini funzionano”.