Covid o non Covid è meglio non fumare.
La protezione offerta dai vaccini contro il Covid-19 si basa sulla risposta anticorpale indotta dai diversi tipi di vaccini Covid-19 a disposizione. Il livello di anticorpi varia da persona a parsone e, come nel caso di altri vaccini, diversi fattori – alcuni dei quali modificabili – possono contribuire a questa variabilità.
Un’indagine epidemiologica, coordinata dal Centro di Ricerca sulla Sanità Pubblica (CESP) dell’Università Bicocca di Milano in stretta collaborazione con degli esperti del CoEHAR, ha studiato l’associazione tra lo stato di fumatore e le variazioni degli anticorpi, ossia le immunoglobuline G, IgG, prodotte dal vaccino e dirette contro Sars-Cov-2.
L’ultima pubblicazione è la terza di una serie di ricerche parte del progetto VASCO, frutto della collaborazione attiva con il CoEHAR. Nello specifico, questa analisi si è concentrata su 162 soggetti con un’età media di 43 anni e, dei quali, 28 avevano avuto precedente infezione da SARS-CoV-2, in cui sono stati valutati il livello di anticorpi indotti dal vaccino e il suo andamento nel breve-medio termine dopo la vaccinazione. Tutti i soggetti erano stati precedentemente vaccinati con vaccino a mRNA BNT162b2 di Pfizer-BioNTech.
Per esaminare la risposta anticorpale al vaccino, i volontari sono stati sottoposti a test sierologici seriati per valutare il livello degli anticorpi e come questi cambiano nel tempo.
I risultati sono stati analizzati in funzione di età, sesso e precedente infezione da Covid-19. Successivamente, i ricercatori si sono chiesti se il fumo avesse potuto giocare un ruolo nel tipo e nella durata della risposta anticorpale, analizzando i dati mensili degli anticorpi. Le analisi sierologiche hanno dimostrato che il loro livello inizia a diminuire già dal secondo mese dopo la vaccinazione in maniera molto più rapida nei fumatori.
Per confermare e rafforzare questa scoperta, gli studiosi sono attualmente impegnati a condurre una revisione della letteratura disponibile sulla risposta ai vaccini contro il Covid-19. I ricercatori del CoEHAR sono convinti che i risultati saranno indispensabili per aumentare la conoscenza sui meccanismi di risposta alla vaccinazione Covid-19, ma soprattutto per sensibilizzare i fumatori a smettere.
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