Con la quarta ondata in atto, e i contagi causati da Omicron saliti alle stelle, il ritorno in classe potrebbe essere un pericolo da non sottovalutare. Tuttavia, l’evoluzione del contagio non è prevedibile così come l’impatto del ritorno in aula.
La crescita dei casi è comunque inevitabile. Tutti possono dire col senno di poi che sarebbe meglio aspettare due settimane per riaprire le scuole, ma la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente e richiedere ulteriori rinvii.
Il governo ha preso una decisione che mette al primo posto l’istruzione, così come l’economia, affiancata da misure di mitigazione seppur non strutturali per la mancanza di interventi nelle scorse estate”, ha detto Guido Rasi, consulente della campagna vaccinale auspicando che “Omicron sia una vampata di un mese e poi si endemizzi”.
Ma per Rasi, ex direttore dell’Ema, “Omicron si ferma solo chiudendo tutto, ma non è fattibile. Il tentativo del governo dunque è di mitigare il contagio per tenere aperte scuole e attività economiche” e “questo presuppone un maggiore impegno di tutti per un mese a evitare incontri inutili, a usare le Ffp2 e soprattutto a fare le tre dosi di vaccino”.
Inoltre, “tra vaccinati e guariti andremo verso l`endemizzazione del virus fino alla prossima variante. Se Omicron rimanesse dominante la situazione si stabilizzerebbe, ma lo pensavamo anche per Delta”.
Infine Rasi spinge sulle terze dosi, anche per chi è stato contagiato: “e è sintomatico ha un`infezione in corso ed è meglio che rimandi, se è positivo asintomatico vada e se in dubbio in mancanza di sintomi pure, senza fare inutili tamponi”.
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