Galli annuncia la pensione: "Sono i miei ultimi giorni da primario, a 70 anni giusto andare a casa"
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Galli annuncia la pensione: "Sono i miei ultimi giorni da primario, a 70 anni giusto andare a casa"

L’infettivologo: "Continuerò a fare ricerca". Sul Covid: "La grande quantità di vaccinazioni ci autorizza a non aspettarci un’ondata come l’anno scorso”.

Massimo Galli
Massimo Galli
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15 Settembre 2021 - 10.31


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Un annuncio importante, dopo questi due anni difficili passati a combattere contro negazionisti, aperturisti, anti-Green pass.

“Al compimento del 70esimo anno, alla fine dell’anno accademico uno va a casa: io vado in pensione il primo novembre. Sono i miei ultimi 40 giorni in ospedale come primario”.  

A dirlo è l’infettivologo Massimo Galli, dell’ospedale Sacco di Milano, che poi prosegue: “Non credo andrò in obsolescenza totale, continuerò a fare ricerca”. 

Il professore è stato poi interpellato sul quadro dell’epidemia, alla luce della ripartenza della scuola e dell’affollamento dei trasporti pubblici. “L’impressione è che la situazione non sia molto cambiata”, dice riferendosi ad autobus e metro. “Servirebbe il green pass sugli autobus? E chi va a controllare se il green pass c’è o non c’è? Abbiamo poi una quantità di bambini e di adolescenti ancora non vaccinati. Al di là di questo, io sono del parere che più viene esteso il green pass e meglio è”, dice. In classe, dai 6 anni in su, vige l’obbligo di mascherina.

“Cinque ore di mascherina continuativa non ce la farei, i bambini hanno un altro tipo di polmoni diverso rispetto ai miei. Dubito fortemente che la mascherina in classe si possa portare per tutta la durata” delle lezioni.

“Qualcuno ci sta 5 ore, altri 8 ore. Si mangia senza mascherina…”, aggiunge. Per i prossimi mesi, Galli manifesta “non ansia e panico, ma attenzione al problema. La grande quantità di vaccinazioni ci autorizza a non aspettarci un’ondata come l’anno scorso”.

Capitolo varianti: “La variante Delta è così tosta, per quanto riguarda la capacità diffusiva, che è difficile ipotizzare” l’arrivo di un’altra variante in grado di imporsi.
“Se avessimo un vaccino tarato sulla variante Delta e avessimo l’obbligo vaccinale, ci troveremmo davanti ad un periodo libero o semilibero dalla presenza dell’infezione. Se però utilizziamo il vaccino attuale, che ha fatto veramente molto, togliamo il rischio di andare al cimitero ma non eliminiamo la circolazione del virus”, spiega.

 

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