Un bel gesto di solidarietà: “Abbiamo avuto la possibilità, su base volontaria, di venire a dare una mano in Fiera a Milano per restituire l’aiuto preziosissimo e vitale che abbiamo ricevuto a marzo e aprile”.
Lo ha detto Annalisa Malara, il medico anestesista dell’ospedale di Codogno che, con la sua equipe, per prima scoprì il paziente 1 in Italia da Coronavirus, Mattia Maestri.
Oggi, per sua scelta, opera nella struttura milanese allestita all’interno della Fiera per i pazienti Covid, anche perché, ha sottolineato in un video pubblicato dalla Regione Lombardia, senza l’aiuto ricevuto allora a Codogno “non saremmo riusciti con le nostre sole forze a curare tutti. È un modo per ricambiare l’aiuto che ci è stato dato e per e condividere la nostra esperienza clinica. Ho trovato colleghi ben disposti e sono felicissima di essere qui” ha aggiunto.
Quanto alla sera del ricovero di Mattia Maestri a Codogno ha aggiunto: “Mi piace ricordare quella sera come un esempio di lavoro fatto con la testa e con il cuore. Abbiamo cercato, con la mia equipe, di dare le migliori chance diagnostico-terapeutiche possibili, per questo motivo non mi sono sentita di escludere a priori la possibilità che si trattasse di Coronavirus, andando oltre le conoscenze dell’epoca e i protocolli in vigore, chiedendo comunque questo tampone che in quel momento non era visto come necessario perché non era un paziente considerato a rischio. Cercando però di trattarlo al meglio, avendo come obiettivo primario la centralità del malato, non ho potuto esimermi dall’effettuare anche questa indagine che poi si è rivelata purtroppo positiva e ha dato inizio a quella che ormai conosciamo come una delle più grandi crisi sanitarie degli ultimi cento anni”.
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