Primo maggio è il 'D-Day': il giorno dell'esplosione delle allergie
Top

Primo maggio è il 'D-Day': il giorno dell'esplosione delle allergie

Il 30% dei ragazzi ne soffre e sono in crescita i casi.

Primo maggio è il 'D-Day': il giorno dell'esplosione delle allergie
Primo maggio è il 'D-Day': il giorno dell'esplosione delle allergie
Preroll

globalist Modifica articolo

1 Maggio 2018 - 14.16


ATF

Oggi è il giorno in cui, come sanno anche gli specialisti, moltissimi pazienti – complici le scampagnate e le giornate passate all’aperto – lamentano un’esplosione delle allergie. A evidenziarlo è Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Bambino Gesù. Il problema si potrebbe manifestare anche con crisi asmatiche, oltre che con disturbi a occhi e naso, quindi il consiglio è “portare un inalatore, un distanziatore e stare attenti al bollettino meteo e pollini”.
    Non serve, invece, “acquistare delle mascherine e neppure barricarsi in casa, perché i pollini che sono sottili passano attraverso gli infissi”. Importante poi, con un’allergia ai pollini di alcuni alberi (betulla nocciolo e cipresso) stare attenti a notare anche se si prova un pizzicore alla bocca quando si consuma frutta fresca come kiwi, mela o melone o ancor sedano crudo o carota cruda:la strategia non è astenersi ma sospettare il collegamento. “Abbiamo avuto una stagione anomala – aggiunge Fiocchi – ha piovuto e fatto freddo” e solo negli ultimi 15 giorni vi è stata una ‘esplosione’ di alberi ed erbe solitamente legate ai mesi di febbraio e marzo. Occhio quindi al Nord in particolare a betulla e nocciolo, al centro a cipresso e parietaria e al Sud a parietaria e olivo, mentre le graminacee sono dappertutto. “Per i pollini siamo ormai al 30% dei ragazzi allergici e studi di comparazione fino al 2012-2013 indicano un incremento” , conclude l’esperto, che invita chi domani starà male a fare un “nodo al fazzoletto”, ricordando che a luglio si può programmare il ‘vaccino’ da fare a settembre-ottobre.

Leggi anche:  Resistenza agli antibiotici, Italia 'maglia nera': entro il 2050 potrebbe diventare la prima causa di morte
Native

Articoli correlati