Come fanno i cammelli e i dromedari a resistere nel clima torrido del deserto? Sappiamo che questi animali hanno una straordinaria capacità di conservare l’acqua nel corpo riuscendo ad idratarsi anche in condizioni di elevata siccità, ma ora uno studio condotto da un gruppo internazionale di ricerca, guidato dalla Inner Mongolia Agricultural University, evidenzia che è anche una questione di geni.
Lo studio ha messo a confronto il Dna di tre specie di camelidi: il cammello, il dromedario e il loro parente andino, l’alpaca. L’indagine scientifica, i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Communications, ha dimostrato che nel cammello e nel dromedario i geni che influiscono sulla respirazione e che regolano il metabolismo di zuccheri e grassi si sarebbero evoluti in maniera rapida. Cammelli e dromedari presentano delle sequenze di Dna deputate a gestire lo stress da calore, a proteggere la vista dai raggi ultravioletti e ad aiutare la respirazione. La regolazione del metabolismo di zuccheri e grassi avrebbe portato questi animali a sviluppare le tipiche gobbe sulla schiena, a differenza del loro ‘cugino’ sudamericano abituato a vivere in alta quota.
Analisi approfondite sul Dna del cammello hanno messo in luce le potenzialità del suo sistema immunitario e dei suoi anticorpi ultra-resistenti, che potrebbero essere sfruttati per sviluppare nuovi vaccini. In particolare queste indagini potrebbero rivelarsi importantissime negli studi dei meccanismi che scatenano malattie come l’asma e il diabete e nella messa a punto dei relativi vaccini.