Giorgia Meloni la revisionista: 'assolve' i fascisti dall'eccidio delle Fosse Ardeatine
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Giorgia Meloni la revisionista: 'assolve' i fascisti dall'eccidio delle Fosse Ardeatine

Nel ricordare l'eccidio delle Fosse Ardeatine Giorgia Meloni parla delle responsabilità naziste

Giorgia Meloni la revisionista: 'assolve' i fascisti dall'eccidio delle Fosse Ardeatine
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24 Marzo 2025 - 15.05


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“Ciò che accaduto il 24 marzo di ottantuno anni fa rappresenta una delle ferite più laceranti inferte a Roma e all’Italia intera”. In una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricorda “l’eccidio delle Fosse Ardeatine, perpetrato dalle truppe naziste di occupazione come azione di rappresaglia per l’attacco partigiano di via Rasella”.

“La memoria dei fatti” “Una delle pagine più dolorose della storia nazionale – continua la premier – ed è compito primario delle Istituzioni, ad ogni livello, raccontare quello che è accaduto e trasmettere in particolare alle giovani generazioni la memoria di quei fatti”. “In questa giornata – conclude Giorgia Meloni – rendiamo omaggio alle 335 vittime di quell’indicibile massacro e rinnoviamo l’impegno per custodire e proteggere i valori di libertà e democrazia su cui si fonda la nostra Repubblica”.

Nel suo messaggio in occasione dell’81° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato la strage compiuta il 24 marzo 1944 dalle truppe naziste in rappresaglia per l’attacco partigiano di via Rasella. Tuttavia, la sua dichiarazione si distingue per una significativa omissione: il ruolo attivo dei fascisti italiani nella pianificazione e nell’esecuzione di quella carneficina.

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Ancora una volta, la narrazione ufficiale proposta dal governo evita di riconoscere una verità storica scomoda, ovvero che la strage non fu solo opera dell’occupante nazista, ma venne realizzata con la complicità diretta del regime fascista. Furono i funzionari di Mussolini a collaborare con i nazisti nella compilazione delle liste delle vittime e a fornire i nomi di antifascisti, ebrei e prigionieri politici da giustiziare.

Parlare dell’eccidio delle Fosse Ardeatine senza menzionare il fascismo significa tentare maldestramente di riscrivere la storia e depurare il racconto dagli elementi che mettono in discussione l’eredità politica della destra italiana. È un’operazione di revisionismo strisciante che si inserisce in una tendenza più ampia di minimizzazione delle responsabilità del fascismo nei crimini di guerra e nelle persecuzioni.

L’omissione non è casuale: si colloca all’interno di una strategia comunicativa che, da un lato, condanna gli orrori del nazismo e, dall’altro, evita accuratamente di attribuire responsabilità al regime fascista. In questo modo, si tenta di consolidare una narrazione che separa il fascismo italiano dalle sue conseguenze più sanguinose, presentandolo come un fenomeno distinto dall’occupazione nazista.

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Ricordare le vittime delle Fosse Ardeatine senza nominare il fascismo significa tradire la memoria storica e le responsabilità di chi rese possibile quell’orrore. Se davvero vogliamo trasmettere alle giovani generazioni la memoria di quei fatti, come dice la premier, allora dobbiamo raccontare la storia nella sua interezza, senza distorsioni o censure politiche.

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