Accerchiata com’è dalle pressioni politiche e istituzionali (socialisti europei compresi), dall’informazione mainstream e dai moderati del suo stesso partito (Prodi, Gentiloni, Guerini, Picierno, ma non Bonaccini che a sorpresa si è schierato con lei), Elly Schlein sembra voler tenere il punto contro il folle piano di riarmo europeo da 800 miliardi di euro.
“Quella presentata da Ursula Von Der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse”, aveva detto alla vigilia del Consiglio europeo, che poi ha dato il via libera al piano.
Non so se ce la farà, anzi a dire il vero ne dubito, ma per quel niente che conta ha la mia approvazione e solidarietà. Per una volta che il Pd dice una cosa ragionevole e di sinistra, credo in sintonia con larga parte del suo popolo, rompendo la tradizione del partito dell’établissement garante della stabilità e del palazzo, fuori dal pensiero unico che da troppi anni accomuna i progressisti ai conservatori finendo per scolorire le sinistre e aprire la strada all’alternativa delle destre, mi sento di dirle forza e coraggio, avanti così.
Ritengo il piano della Von der Leyen improvvisato, privo di ogni razionalità, frutto del panico per l’abbandono dell’Amico Americano (che poi abbandono non credo che sarà) e di una irrealistica paura di invasione dell’Europa da parte della Russia. Un piano spinto dai colossali interessi che girano attorno all’industria delle armi, in primis quelli americani, che non è figlio di una Europa unita, di una governance condivisa e di una politica estera comune, ma di un’Europa quanto mai frammentata e divisa, dove avanzano i nazionalismi e le destre estreme, che da sempre nella storia sono i veri fattori scatenanti dei conflitti. Non è l’Europa federale, non sono gli Stati Uniti d’Europa, ma è quell’Europa dei singoli Stati nazionalisti che si vuole riarmare.
Che poi di armi ce ne sono già troppe e la vera deterrenza europea rimane quella atomica. Ce l’ha l’Inghilterra, ma con la chiave di attivazione del sistema in mano agli Usa. E ce l’ha la Francia, l’unico paese europeo ad avere un sistema nucleare autonomo, peraltro con la valigetta in mano a un unico decisore: il presidente della Repubblica. Li voglio vedere questi Stati nazionalisti quando si tratterà di rendere europea la deterrenza nucleare, Macron che condivide la valigetta con la Von der Leyen, oppure la Germania e la Polonia con la Bomba.
Cara Elly, non sei per niente fuori strada. E non sei sola. Al di là dello strombazzamento dei media, i sondaggi più attendibili dicono che oltre il 60% degli italiani è contrario al piano della baronessa e solo il 22% è a favore del riarmo. Sono convinto che gran parte del popolo della sinistra, compreso quello rifugiato nel bosco perché non si ritrovava più nelle politiche del Pd, pensi che nel mondo attuale e con una decina di Stati che possiedono già migliaia di testate nucleari in grado di distruggere più volte il Pianeta, per fare la pace bisogna preparare la pace, non preparare la guerra. Tieni botta, se puoi. Che poi, alla fine, potresti anche ritrovarti maggioranza. Se non nel Parlamento, almeno nel Paese
Argomenti: Elly Schlein