In un Paese come l’Italia, custode di un patrimonio artistico e culturale senza eguali al mondo, depotenziare il ruolo delle Soprintendenze equivale a un vero e proprio scempio. Ogni angolo del nostro territorio è permeato di storia, e ogni intervento urbanistico dovrebbe essere attentamente valutato per preservare l’identità e la bellezza che ci distinguono. Ridurre il potere degli enti preposti alla tutela del nostro patrimonio è una scelta miope e pericolosa, che rischia di aprire la strada a interventi sconsiderati, dettati più dalla fretta che dal rispetto per la nostra storia.
Eppure, con un emendamento al Dl Cultura, la Lega propone di rendere non più vincolante il parere delle Soprintendenze per le opere pubbliche, fatta eccezione per quelle di rilevanza storica o monumentale. “Semplificazione, efficienza e velocizzazione delle pratiche per i nostri sindaci e per i cittadini”, afferma il senatore e commissario siciliano della Lega, Nino Germanà, presentando la proposta.
“Più autonomia ai nostri sindaci sulle decisioni urbanistiche e meno burocrazia”, prosegue Germanà, spiegando che il provvedimento segue la linea del Salva-Casa promosso da Matteo Salvini. L’obiettivo dichiarato è liberare gli uffici comunali dalle pratiche e sbloccare le opere pubbliche, ma il rischio concreto è quello di compromettere per sempre l’integrità e il valore del nostro paesaggio e delle nostre città.
Difficile non vedere in questa iniziativa un attacco alla tutela del nostro patrimonio artistico, con il pericolo che scelte affrettate e poco ponderate aprano la strada a speculazioni edilizie e interventi devastanti.