Santanchè rinviata a giudizio non vuole dimettersi: "Processo da imprenditrice, non ha rilevanza politica"
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Santanchè rinviata a giudizio non vuole dimettersi: "Processo da imprenditrice, non ha rilevanza politica"

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è stata rinviata a giudizio a Milano, insieme ad altri 16 imputati, con l'accusa di false comunicazioni sociali nell'ambito dell'inchiesta su Visibilia

Santanchè rinviata a giudizio non vuole dimettersi: "Processo da imprenditrice, non ha rilevanza politica"
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18 Gennaio 2025 - 11.17


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La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è stata rinviata a giudizio a Milano, insieme ad altri 16 imputati, con l’accusa di false comunicazioni sociali nell’ambito dell’inchiesta su Visibilia, il gruppo da lei fondato e abbandonato nel 2022. La Santanchè aveva dismesso incarichi e partecipazioni societarie in vista del suo ruolo istituzionale nel governo guidato da Giorgia Meloni.

“Me lo aspettavo” ma sono “tranquilla, tranquillissima. Non sono agitata, continuo a lavorare, a fare le cose che devo fare… Stiamo parlando del niente”, ha commentato la senatrice di Fratelli d’Italia in un colloquio con il Corriere della Sera. E sulle dimissioni, chieste a gran voce dalle opposizioni, ha detto: “Se il mio presidente del Consiglio dovesse chiedermi un passo indietro, di certo lo farò”.

Santanchè: “Processo da imprenditrice, non ha rilevanza politica”

Riguardo alla sua Visibilia srl, Santanchè ha spiegato che “non è fallita, è sul mercato e qualunque imprenditore interpellato direbbe che questa roba non esiste”. Quello che le viene attribuito, ha aggiunto, è “un reato valutativo, una questione molto tecnica e tutta basata su perizie per la quale ero già stata archiviata nel 2018”. Ma alla ministra sono chiare le “implicazioni politiche”.

Leggi anche:  Visibilia: Daniela Santanchè rinviata a giudizio per falso in bilancio

“Su questo reato qua sono molto serena – ha detto sempre al Corriere -. Poi è chiaro che io sono una donna di partito, non faccio le cose a dispetto dei santi. Aspetto le valutazioni. Se il mio presidente del Consiglio dovesse chiedermi un passo indietro, di certo lo farò”. “Il governo si è compattato, sono usciti in mia difesa Salvini, Tajani, tutta la Lega, Forza Italia, Noi moderati e persino Renzi, che di solito ce ne fa di tutti i colori. Sono tranquilla, conosco la vicenda nel merito e so che non mi porterà a una condanna. È un processo da imprenditrice, non ha rilevanza politica”, ha aggiunto. E ancora: “Giorgia (Meloni, ndr) non l’ho sentita, non mi ha chiamata, immagino che abbia tante cose importanti da fare…”.

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