Parola di quello che difendeva i confini dal Papeete e che sognava i ‘pieni poteri’ per far sprofondare l’Italia nella pece nera.
Il giorno dopo l’assoluzione nel processo Open Arms, Matteo Salvini è tornato a parlare della vicenda, incontrando la stampa a Roma. “È un processo che è costato diversi milioni di euro, pare che la Ong voglia fare appello. Ieri avevano i musi lunghi”, ha iniziato. “È una sentenza secondo me giusta, che mi aspettavo. In altri tribunali non c’è la netta distinzione tra chi giudica e chi indaga. Quindi, separazione delle carriere e responsabilità civile per i magistrati”, ha detto il vicepremier e leader della Lega.
“Sentenza mi ripaga di tante amarezze”
L’assoluzione nel processo “è un riconoscimento che ho fatto il mio dovere e mi ripaga di tante amarezze”, ha aggiunto Salvini. Ironizzando sulla domanda su un suo eventuale ritorno al Viminale, il vicepremier ha risposto: “Sto bene dove sto, per ora…. Quello che ho fatto al ministero dell’Interno è stato assolutamente corretto. Se qualcuno negli anni scorsi ha pensato ‘non puoi tornare al Viminale perché sotto processo, sei potenzialmente un criminale’… questa cosa cade”.
“Tre anni di sciocchezze da intellettualoni di sinistra”
“Essere assolti perché il fatto non sussiste vuol dire che intellettualoni di sinistra per tre anni hanno scritto sciocchezze o raccontato sciocchezze in televisione, secondo una sentenza di primo grado di un tribunale della Repubblica. Quindi è una bellissima giornata”, ha proseguito il ministro.
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