Ad Atreju Conte rifiuta l'etichetta di 'sinistra' e mette tra parentesi l'antifascismo nel tripudio della destra
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Ad Atreju Conte rifiuta l'etichetta di 'sinistra' e mette tra parentesi l'antifascismo nel tripudio della destra

Alla festa dell'estrema destra post-missina Conte pensa bene di attaccare la sinistra e di accantonare la discriminante dell'antifascismo

Ad Atreju Conte rifiuta l'etichetta di 'sinistra' e mette tra parentesi l'antifascismo nel tripudio della destra
Giuseppe Conte
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Gianni Cipriani Modifica articolo

16 Dicembre 2024 - 10.14


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Ha detto Conte alla kermesse di Atreju (ossia quella dei giovani di fratelli d’Italia alcuni dei quali dietro le quinte inneggiavano al nazismo, a Mussolini e facevano del razzismo una pratica senza troppi problemi come è emerso dall’inchiesta di Fanpage) rispondendo alla domanda se lui fosse di sinistra.

“Se sinistra significa combattere il governo attuale nel solo nome dell’antifascismo non ci sto. Se vuol dire accogliere tutti indiscriminatamente non ci sto, se vuol dire preoccuparsi solo di chi abita nella Ztl non ci sto”.

A parte il luogo comune sulla Ztl da parte di uno che nella Ztl ci vive e che non ha letto bene i risultati delle regionali in Emilia Romagna, Umbria e perfino Liguria che dimostrano il contrario, noto anche il secondo luogo comune sulla accoglienza ‘indiscriminata’ di ‘tutti’ che è evidentemente una caricatura che si fa del Pd e di Avs.

Ma soprattutto è abbastanza sconcertante che il Nostro davanti ad una platea di un partito di estrema destra pieno di nostalgici del fascismo abbia scientemente voluto sminuire la discriminante dell’antifascismo che è la base della nostra Costituzione democratica.

Il tutto – per chi ha visto il video – tra gli applausi della platea piena di ex missini e di nostalgici del fascismo che hanno appena varato norme xenofobe e dai tratti disumani e autoritari in tema di razzismo, Ong e proteste sociali.

Non a caso Sechi (che è la voce di Giorgia Meloni) ha chiesto se per caso Conte volesse la tessera di Fratelli d’Italia.

Visto che Conte (che con M5s in Europa che fa curiosamente parte del gruppo Left) ci tiene così tanto a dire che non è di sinistra credo sia lecito porre alcune domande: per i sedicenti ‘progressisti indipendenti’ l’antifascismo non è una discriminante? Per i sedicenti ‘progressisti indipendenti’ la xenofobia, le ricette Orban e i fili spinati nonché la criminalizzazione di coloro che salvano le vite sono accettabili? Per i sedicenti ‘progresssti indipendenti’ le pulsioni anti-sistema, euroscettiche e rosso-brune dei grillini della prima ora sono ancora parte del Dna? Per sedicenti ‘progressisti indipendenti’ destra e sinistra non esistono più?

A mio giudizio – e lo dico senza acrimonia – le parti dovrebbero essere rovesciate: è la sinistra nel suo complesso che dovrebbe dire che se ‘progressisti indipendenti’ significa rinuncia all’antifascismo, equidistanza tra destra e sinistra, xenofobia e qualunquismo anti-sistema e anche usare contro i potenziali alleati gli stessi luoghi comuni di Giorgia Meloni noi non ci stiamo.

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