Dario Franceschini, ex ministro della Cultura ed esponente del Partito democratico, si racconta in un’intervista al Corriere della Sera: «Mio padre – dice il parlamentare dem parlando della sua famiglia – era stato un giovane partigiano cattolico ferrarese, poi membro del Comitato di liberazione nazionale e poi nel 1953 deputato della Democrazia cristiana per una legislatura. Mia madre, guida turistica e casalinga, era figlia di un fascista, un funzionario onesto della Repubblica di Salò, in gioventù amico di Italo Balbo. Se si odiavano? Al contrario, si volevano bene».
A proposito delle sue passioni giovanili, Franceschini spiega: «Conducevo una trasmissione dedicata alla musica jazz su una delle prime radio libere di Ferrara, Radio Elle. Il mixer era fatto di latta, i dischi li prendevo dalla collezione di mio papà».
E a chi gli chiede se sia sempre stato un democristiano che guardava a sinistra, l’ex ministro della Cultura risponde con un aneddoto: «All’assemblea che segnò la dissoluzione della Dc, all’alba della Seconda Repubblica, dissi citando De Gasperi che erano quarant’anni che guardavamo a sinistra e che era arrivato finalmente il momento di andarci. Pensi che, molti anni prima, da ragazzo, avevo organizzato a Ferrara un dibattito sulle prospettive di Dc e Partito comunista. Relatori: Sergio Mattarella e Massimo D’Alema».