Boccia: "Sull'autonomia mobilitazione straordinaria, autogol del governo"
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Boccia: "Sull'autonomia mobilitazione straordinaria, autogol del governo"

Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista a Repubblica di Bari.

Boccia: "Sull'autonomia mobilitazione straordinaria, autogol del governo"
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29 Luglio 2024 - 11.56


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«Speravamo molto nella mobilitazione contro l’autonomia differenziata ma in questa misura no. Noi stiamo spingendo molto sulla piattaforma on line e raccogliendo firme nelle feste dell’unità, ma c’è una mobilitazione generale nel paese che solo Meloni non vede. Questa sarà una nuova estate militante dopo quella dell’anno scorso che ci ha portò alla presentazione unitaria delle opposizioni della legge sul salario minimo. E anche lì la destra ignoro’ il paese reale votando contro il salario minimo in Parlamento. Ora come un anno fa c’è una grave sottovalutazione da parte del governo dei loro errori. L’autonomia di Calderoli è un clamoroso autogol».

Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista a Repubblica di Bari.

«Il Pd di Elly Schlein – continua il senatore dem – fa quello che promette e lo fa vivendo per strada. È un partito di mobilitazione permanente. Abbiamo oltre 4500 circoli. Scherzando, ma non troppo, io dico che sulla presenza territoriale siamo secondi solo alla Chiesa cattolica, ai Carabinieri e a Poste italiane. La capillarità della nostra rete aiuta. Però va detto anche che Cgil, Uil, anpi e tutte le associazioni che hanno aderito stanno facendo un grandissimo lavoro. E c’è un fronte molto ampio, nato con la manifestazione del 19 giugno in piazza Santi Apostoli. Lì è nato il fronte costituzionale. Gli italiani hanno capito che quello che il governo vuole approvare è uno spacca Italia. Una riforma che non attua il principio di sussidiarietà ma crea venti piccoli e caotici staterelli. Quella che invece vuole approvare il governo Meloni è l’autonomia del portafogli che crea un nuovo centralismo regionale. Va ad incidere sull’assistenza alle persone, dai nido agli anziani. Sul trasporto pubblico locale. Sull’organizzazione della scuola e della sanità. È tutto quello che interessa alla Lega perché vogliono tenersi le risorse e non partecipare alla distribuzione dei fondi di perequazione. Ma hanno fatto male i loro conti perché anche i settentrionali hanno capito che questo danneggia anche il Nord. Perché anche lì hai aree più ricche e aree meno ricche. La Lombardia ha bisogno di potenziare il trasporto pubblico locale non a Milano centro dove i problemi sono altri, ma nelle valli, sulla Pedemontana, dove hanno gli stessi problemi del Gargano o dell’Aspromonte. Devi mettere più scuola e sanità dove vive meno gente o dove ci sono redditi bassi. Lo schema della Lega è il contrario. Noi diciamo che prima bisogna mettere a posto le diseguaglianze. Per i livelli essenziali delle prestazioni servono almeno 80-100 miliardi. Troviamoli, realizziamo queste opere e poi parliamo di un’autonomia che semplifichi la vita dei cittadini, ma senza creare nuove, ulteriori diseguaglianze. E interpretando in maniera corretta il principio della sussidiarietà».

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