«La destra si batte soprattutto sul terreno sociale». Lo ha detto il responsabile Esteri del Pd, Giuseppe Provenzano, commentando in un’intervista su La Stampa i risultati delle elezioni in Francia e Regno Unito.
È il terreno in cui non ha risposte e in cui sono più forti le sue contraddizioni. Anche in Spagna la sinistra ha vinto su questo. Ho visto una lettura un po’ precipitosa della vittoria del Labour, c’è chi evoca un ritorno a Blair, ma se si guarda al programma di Starmer parla di stipendi degli insegnanti, di sanità pubblica, di un’agenzia pubblica per la transizione ecologica», sottolinea l’esponente Dem.
Per Provenzano «in Francia non è passata la normalizzazione dell’estrema destra che c’è stata in Italia. E ora Meloni è rimasta isolata non solo sul piano internazionale, ma perfino nel suo partito europeo, abbandonata dai vecchi amici». Guardando al Pd «il risultato delle Europee ci consegna il ruolo di prima forza progressista in Ue e ci affida il compito e la responsabilità di costruire l’alternativa in Italia».
Tuttavia «non ci servono la corrente francese o la corrente inglese nel Pd. Con i socialisti francesi, coi laburisti ci confrontiamo regolarmente nel Pse. Noi dobbiamo trovare la nostra strada per l’alternativa, con spirito unitario e con un chiaro programma di cambiamento».
Sulle differenze tra il Pd e il M5s riguardo alla guerra in Ucraina, Provenzano sottolinea: «Conte non ha nulla a che fare con Orban e lo dimostra la scelta fatta a livello europeo. Che la posizione sia molto diversa dalla nostra è altrettanto innegabile e noi abbiamo il dovere di rinnovare le ragioni del nostro stare con l’Ucraina».