Andrea Orlando, ex ministro e parlamentare del Pd, intervistato da Il Foglio è tornato sull’argomento premierato.
”Lo abbiamo di fatto già sperimentato nelle regioni e non mi pare che stia dando prove di buon funzionamento. Di certo mi opporrò contro questa deriva, con i mezzi della democrazia. Sì, una deriva. Il premierato di Meloni è in nome della stabilità ma la sua stabilità è oligarchia. Ogni volta che si chiede di semplificare in nome della stabilità, in verità si riduce solo la partecipazione democratica. E così va a votare meno della metà del popolo”.
Meloni che si avvicina a Marine Le Pen, per Orlando “è la prova che al cuore non si comanda. Torna fuori la vera natura di Meloni che non ha mai rotto con la destra eversiva, anti europeista. Ricordo le posizioni di Lagarde e von der Leyen, contrarie, ricordo l`azione di Italia, Francia e Spagna. Ricordo l`azione dei ministri del Pd, tra tutti, Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola. L`algoritmo non è stato certo definito dallo spirito santo. La decisione è stata politica, una decisione favorita da una battaglia politica, italiana”.
L’esponente dem ha poi parlato delle prossime elezioni Europee e del ruolo della segretaria Elly Schlein. “A lei va detto grazie. Sta portando avanti un lavoro di ricostruzione del partito che non potrà che continuare. Il Pd ha bisogno di una segretaria che faccia il suo lavoro fino alla fine del mandato ricevuto. Rompiamo l’idea che il Pd è quel partito che aspetta le elezioni per fare i conti con la segretaria”.
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