Giuseppe Conte attacca Schlein e... Gentiloni: "Preferisco il Pd limpido e nobile di David Sassoli"
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Giuseppe Conte attacca Schlein e... Gentiloni: "Preferisco il Pd limpido e nobile di David Sassoli"

Giuseppe Conte: "L'alternativa a questa destra non si costruisce mettendosi d'accordo con la Meloni per un confronto tv che esclude tutte le altre forze politiche. Né rincorrendola nel malcostume di inserire il proprio nome in una scheda elettorale"

Giuseppe Conte attacca Schlein e... Gentiloni: "Preferisco il Pd limpido e nobile di David Sassoli"
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22 Maggio 2024 - 09.38


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Da Giuseppe Conte arriva un attacco neanche troppo velato al Pd, a partire dal duello tv – poi saltato – tra Elly Schlein e Giorgia Meloni. «Mi ha sorpreso che Schlein si sia prestata al giochetto di Meloni, volto ad aggirare le regole della par condicio».

«L’alternativa a questa destra non si costruisce mettendosi d’accordo con la Meloni per un confronto tv che esclude tutte le altre forze politiche. Né rincorrendola nel malcostume di inserire il proprio nome in una scheda elettorale, ingannando gli elettori per qualche voto in più. Per essere davvero alternativi alla Meloni, dobbiamo essere diversi da lei».

Conte ha poi replicato al commissario europeo ed ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che in un’intervista contenuta nel libro di Paolo Valentino `Nelle vene di Bruxelles. Storie e segreti della capitale d’Europa´, ha dichiarato che sul Pnrr non ci furono trattative e che la divisione degli aiuti ai vari Paesi fu decisa da un algoritmo. «L’attacco di Gentiloni è sorprendente»

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«Nel 2020 il commissario riconobbe in varie interviste grande merito al mio governo, riconoscendo che fu una battaglia giusta e vantaggiosa per tutto il Paese. Disse che bisognava dare atto al premier Conte e ai ministri Gualtieri e Amendola di aver rappresentato bene l’Italia. Ora, in piena campagna elettorale, arriva questo vigliacco attacco».

«L’algoritmo fu applicato solo alla fine quando si trattò di trovare un criterio di distribuzione tra i fari Paesi Ue, ma nei mesi precedenti la battaglia politica fu durissima». E chi gli chiede se Gentiloni punti a diventare il federatore del fronte progressista, il presidente del M5S risponde: «Non lo so, ma non credo che sia un bel biglietto da visita cancellare le verità storiche per aspirare a fare il federatore, attaccare il Superbonus come una Meloni qualsiasi ed esultare per un `pacco´ di Stabilità che peserà sull’Italia negli anni, per i tagli a sanità e welfare».

«Ci fu una battaglia difficilissima, anche perché sul piano interno il Pd e Italia viva volevano accontentarsi della linea di credito del Mes aperta per la pandemia e che io rifiutai clamorosamente nel Consiglio Ue del marzo 2020, litigando aspramente con la Merkel. Poi furono risolutivi i 4 giorni di Consiglio Ue del luglio 2020, dove sfiorammo il rischio fallimento perché volevano ridurre l’ammontare complessivo del piano». 

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La destra cavalca le parole di Gentiloni: «La destra sarebbe bene che tacesse. Fd’I in Europa si è astenuta 5 volte. Fosse stato per loro, non avremmo i soldi del Pnrr. Sono due anni che governano e non hanno altra misura sul tavolo oltre ai soldi che abbiamo portato noi». Insomma, lo vive come un attacco del Pd: «Il Pd ha tante anime. Io preferisco quella nobile e limpida di David Sassoli, che all’epoca riconobbe come la delegazione da me guidata avesse `davvero fatto onore a un Paese fondatore dell’Unione´».  

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